“Dalla parte del cervo” degli EDAQ
di Tommaso Di Felice / 28 giugno 2013
Il disco degli EDAQ ti colpisce subito. In copertina campeggia una testa di cervo appesa a una parete. Questo personalmente mi costringe (con piacere) a ricordare le nostre meravigliose Alpi. Ma tali viaggi mentali non ci sono troppo utili. Anzi, il significato della copertina ce lo spiegano direttamente gli stessi EDAQ. Con le parole di Enrico Negro: «Sulla copertina c’è una testa di cervo: per noi è diventato una sorta di totem, dietro il quale ciascuno di noi, del gruppo, vede un suo mondo immaginario, a libera interpretazione. Sicuramente, almeno per quanto mi riguarda, Dalla parte del cervo è anche stare da una parte che non sia quella che prevarica con la forza o con la prepotenza le altre persone, la natura, insomma, un concetto che forse, di questi tempi, farebbe bene a essere rispolverato da molti».
L’Ensemble D’Autunno Quintet è una band piemontese e forse qualcosa di più, formata da Francesco Busso (ghironda elettroacustica), Gabriele Ferrero (viola, violino e mandolino), Flavio Giacchero (clarinetto basso e cornamusa), Stefano Risso (contrabbasso), Enrico Negro (chitarra acustica e classica) e Adriano De Micco (percussioni). Gli EDAQ sono figli dell’Associazione Grand-Mère, un collettivo che si occupa della promozione e della diffusione della musica tradizionale della Valle d’Aosta e del Piemonte, anche definita musica tradizionale delle Alpi Occidentali.
Questo loro esordio si intitola Dalla parte del cervo e contiene un armonioso sound popolare, che affonda le proprie radici in diversi generi europei: musica celtica, valzer, polca, ma sopratutto tanta musica delle valli occitane francesi e delle valli franco-provenzali della loro terra d’origine, il Piemonte. Non il solito folk, ma un complesso lavoro di ricerca e sperimentazione, dove brillano e si mescolano elementi di musica apparentemente inconciliabili: musica classica, jazz e persino elettronica. Tradizione e modernità, terra d’origine e suoni lontani. Un equilibrio mai messo in discussione. Gli EDAQ compiono un viaggio immaginario, quasi metafisico e, partendo dal loro Piemonte, raggiungono paesi e regioni lontane come la Bretagna, la Scozia, l’Europa dell’est, la Provenza ma anche un po’ d’Africa. Nelle dodici tracce che compongono questo esordio raccontano storie senza parlare, alternando lente ballate dal sapore medioevale a canzoni dense di energia e vitalità. Un disco che, grazie alla bellezza e all’originalità delle sue sonorità, farà innamorare gli appassionati del genere, ma anche coloro che rifiutano schemi e preconcetti.
«Una musica per avvolgere le orecchie e la danza, come la nebbia in autunno avvolge e vela i sensi, rimandandoci a un mondo onirico, pulsante, immaginifico».
(EDAQ, Dalla parte del cervo, Grand-mère, 2012)
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