“Se mi distraggo perdo” di Anna Giurickovic
di Iacopo Accinni / 31 ottobre 2013
Essere donna è sempre stata cosa difficile. Crescere per diventare una donna, lo è ancor di più. Attese e disincanti, speranze e aspettative, passioni e desideri sono la linfa vitale dei brevi e lineari, ma sinceri, racconti che vengono a racchiudersi in Se mi distraggo perdo (Gorilla Sapiens, 2013) di Anna Giurickovic.
Quattordici sono le fotografie, tra rapidi tocchi di realtà e semplici fughe per giungere a rifugiarsi nell’immaginario, sapientemente catturate dalla penna leggiadra e, alle volte, commossa di una giovane autrice che tanto ha da dirci, che tanto vuole assorbire dalla vita stessa. Divertenti e spensierati, spesso dal sapore acerbo – l’amaro che rimane e continua ad aleggiare nei pensieri di chi legge –, tremendamente contemporanei, i personaggi di Anna hanno un qualche cosa di familiare, di vicino. Così si viene facilmente catturati nel turbinio affettivo, alle volte anaffettivo, del quotidiano, guidati da personaggi femminili e da donne delicatamente affrescate. Tra queste pagine, la vera protagonista è sempre e solo la donna. Il suo sentirsi femmina, il travaglio di una vita quale centro motore di pensieri ed emozioni. La donna viene esaltata e impreziosita, visi e gesti come strumenti capaci di coinvolgere. E così ci sono Luisa, Varinia, Nina, Marinuzza. La stessa Anna. Tutte seguite nel loro personale itinerario da adolescenti a donne compiute. La fantasia e la realtà trovano un punto di incontro nei pensieri e nella scrittura di Anna Giurickovic.
In Se mi distraggo perdo c’è tutta la passione e la voglia di mettersi in gioco che una giovane ed emergente scrittrice vuole condividere con noi lettori. Le parole di Anna sono ricamate con la padronanza di chi della vita apprezza le piccole sfaccettature, i gesti più insignificanti. Non c’è alcuna pretesa, nessuna arroganza. Nei quattordici racconti accompagniamo i primi passi di una giovane donna che prende man mano coscienza della propria esistenza. E lo fa in modo delicato, lasciandosi trasportare da immagini poetiche e descrizioni fresche e intense, in cui le parole si susseguono spontanee, di pari passo con i sentimenti. Racconti quale «Quercia sono, quercia di città» e«Vedi cara»hanno la musicalità di un carillon, fiabe di un’infanzia che non si sopiranno mai, malgrado la realtà delle nostre stesse esistenze. «Fa che mi sposi» è una preghiera, il ricordo di un tempo per crescere, un tempo per vivere.
Della realtà, l’autrice cattura i mille riflessi: l’essenza e i valori contemporanei vengono immortalati in pochi ed essenziali tratti di nero su bianco, impreziosito da qualche sfumatura di grigio. Una penna delicata che non vuole scendere a compromessi. Leggere Se mi distraggo perdo fa bene, fa sperare. Anna Giurickovic parla di passioni, di fascinazione per tutto ciò che ci circonda, partendo dal genere femminile.
(Anna Giurickovic, Se mi distraggo perdo, Gorilla Sapiens, 2013, pp. 144, euro 12)
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