“Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno” di Dario Pontuale
di Vanessa Tenti / 29 novembre 2013
Dario Pontuale, autore di altri due romanzi prima di Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno (Bordeaux edizioni, 2012), fa conoscere al suo nuovo protagonista il significato della parola patafisica e lo mette alle strette con gli effetti di tale teoria pseudofilosofica.
Zeno Bizanti è un autore televisivo dal talento innato per l’ideazione dei tipici programmi spazzatura che raggiungono l’apice degli ascolti a discapito della tara intellettiva degli spettatori. Quando, in un azzardato moto di coscienza, cerca di elevare il livello culturale dei suoi programmi, la produzione lo licenzia in tronco e lui coglie l’occasione per trasformare la sua vita. Il cambiamento principale è l’acquisto al buio di una casetta piena di stranezze e misteri ma soprattutto invasa da una quantità impensabile di chincaglierie appartenute al vecchio proprietario.
Con la ristrutturazione e il trasferimento nella nuova dimora ha inizio la vicenda: al nuovo indirizzo infatti vengono recapitate da strambi personaggi tre moleskine, apparentemente identiche, rinvenute in diversi punti della città.
Il mistero delle agendine e del loro contenuto coinvolge Zeno nella ricerca di prove circa l’esistenza di un popolo scomparso e di una società segreta, ma una soluzione ai dilemmi sorti si allontana sempre di più, finché non sembra scomparire completamente quando il protagonista giunge a scontrarsi con la patafisica, ovvero con la scienza delle soluzioni immaginarie. Se uno dei cardini portanti della scienza è che se un fenomeno procede in una determinata maniera è giusto dedurre che proceda sempre in quel modo, la patafisica postula che invece il procedimento cambi a seconda del punto di vista. In poche parole la patafisica è la scienza delle eccezioni e assicura una visione del mondo logicamente surreale.
A partire da questi presupposti la vicenda narrata si colora di situazioni al limite dell’assurdo e ne subisce i risvolti tragicomici tipici della commedia. L’autore si dimostra però bravo a mantenere il filo del racconto e il romanzo procede senza intoppi narrativi, articolato ma fluido. Un punto di debolezza del libro è rappresentato da un prologo e un epilogo che tendono a essere superflue didascalie: la storia è già bastevole a se stessa e ben architettata, ma questo dimostra forse solo la timidezza dell’autore. Uno dei diversi punti di forza del libro è invece sicuramente la descrizione dettagliata delle tante manie che caratterizzano i personaggi, che li rendono simpatici e inconfondibili e che rendono brillante una storia apparentemente semplice.
(Dario Pontuale, Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno, Bordeaux, 2012, pp. 209, euro 14)
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