“Beatles Submarine” di Giorgio Gallione
di Francesco Casillo / 10 aprile 2014
Al Teatro Olimpico di Roma va di scena uno strano submarine, capitanato da Neri Marcorè e manovrato da quattro “mozzi” d’eccezione: Gianluigi e Roberto Carlone, Giancarlo Macrì e Sandro Berti, ovvero la Banda Osiris.
Il sottomarino è a tinte gialle, il cartellone propone la Banda Osiris in versione Fab Four e Neri Marcorè aleggia sul gruppo lasciando aperto l’interrogativo sul suo ruolo nello spettacolo. Poi ci si accomoda in sala, si apre il sipario e la grande sorpresa è che non c’è traccia dei Beatles ma solo di alcuni beetles (scarafaggi) coinvolti in una visionaria (ri)creazione del mondo, ben diretta da Giorgio Gallione, in cui si incastra, come un “diamante nel cielo”, la storia del celebre gruppo musicale, raccontata nei sogni di Lucy (ogni riferimento è puramente non casuale).
E così si parte, spegnendo ogni senso logico, trasportati dalle visioni di Lucy, da un Dio bizzarro intento a popolare il mondo di tante strane creature, e da episodi tratti dalla carriera di John, Paul, Ringo e George, per un viaggio fatto di gag, rivisitazioni, nuovi arrangiamenti e stupendi monologhi, in cui i Beatles compaiono e scompaiono di continuo, che si conclude con un ritorno al creatore e al suo fedele servo, Zoo alias Gianluigi Carlone, che osservano soddisfatti il mondo popolato dai nuovi esseri.
Nella versione della Banda Osiris, magnifica “Hey Jude”, usata per raccontare la varietà di isterismi di massa causati dalla passione per i Beatles, così come la genesi di “Yesterday” (“Scrambled Eggs”, uova strapazzate, in origine), ma una vera gemma sono i monologhi di Marcorè, da Cappuccetto Nero al racconto dell’assassinio di John Lennon.
Se la poesia visionaria è sicuramente la “nota” più lieta dello spettacolo, per il quale la Banda Osiris è bravissima a vestire i panni di musicisti/attori/saltimbachi, c’è anche da sottolineare che forse i puristi dei Beatles potrebbero non uscire completamente soddisfatti dalla performance di questi beetles, in quanto il “mood” surreale ovatta e dilata la storia dei Fab Four, e gli arrangiamenti dei pezzi, pensati soprattutto in funzione dell’incastro teatrale, tradiscono le aspettative di chi immaginava avrebbe assistito a una sorta di “concerto”.
Altra piccola nota è da farsi sulle scenografie: inquietanti. E uso quest’aggettivo perché invece di accompagnare nel mondo dei sogni di Lucy, nella follia creativa di Marcorè o dare un assaggio di pop-warhol per far meglio apprezzare le evoluzioni della banda Osiris, lasciano in bocca il sapore di un sogno che diventava incubo.
Alla fine, comunque, ci si alza con un sorriso carico di nostalgia, e il la-la-la-la di “Hey Jude”accompagna lo spettatore fino a casa.
Beatles Submarine
di Giorgio Gallione
con Neri Marcorè
e la Banda Osiris (Carlo Macrì, Gianluigi Carlone, Roberto Carlone, Sandro Berti)
regia Giorgio Gallione
Prossime date
Roma – Teatro Olimpico dall’1 al 13 aprile
Torino – Teatro Colosseo 15 e 16 aprile
Genova – Teatro dell’Archivolto 17 e 18 aprile
Carpi – Teatro Comunale dal 28 al 30 aprile
Comments