“The White Room” di Caterina Gramaglia
di Federica Imbriani / 8 maggio 2014
«The White Room… be what you want» dichiara il breve video che, come una sigla, viene proiettato sulla quarta parete della stanza bianca di Caterina Gramaglia. Un manifesto più che un titolo per la corsa più divertente e curiosa da Alice nel Paese delle Meraviglie all’interno della psiche di un altro essere umano.
«Il tema dello spettacolo è la follia» dichiara la Gramaglia, ma non si faccia l’errore di intendere la follia come pazzia o malattia. La follia che anima il progetto The White Room, performance più che spettacolo, è piuttosto quella forza creatrice che si genera nelle persone quando, per un motivo o per un altro, hanno l’occasione e il coraggio di lasciar emergere il loro multiforme mondo interiore. La stanza bianca, infatti, si apre per accogliere lo spettatore, ma anche per far uscire la Gramaglia e permettere di estenderne i confini oltre la cabina di regia, fino all’esterno della sala, e per questo motivo non evoca l’immagine delle stanze chiuse dei manicomio, quanto la stanza da letto di una bambina, neutra e candida.
All’interno della sua stanza la Gramaglia si veste e traveste dando vita a una teoria di personaggi tra i più diversi ora demenziali, ora tragici – la giapponese Suzuky, Nora Duselli, Gelsomina – ma quello che diverte maggiormente non è il mero trasformismo, quanto la capacità vocale e mimica di questa attrice che riesce a inscenare un esilarante monologo a due voci in un giapponese da grammelot appena pochi minuti prima di rievocare la più struggente tra i personaggi felliniani.
Lo spettacolo si è aggiudicato il Premio Speciale off – Roma Fringe Festival 2013 e si è inoltre classificato al secondo posto per il Premio Produzione e Miglior Spettacolo – Roma Fringe Festival 2013 e sarà presente al New York Fringe Festival 2014 come rappresentante del Teatro Off italiano e sarà in scena al Teatro Tordinona di Roma dal 6 all’11 maggio e vale davvero la pena affrontare questi quarantacinque minuti di delirio perché sono quarantacinque minuti fuori dal mondo, è tempo sospeso che rimanda a un passato rappresentato dai video e dalle fotografie che la Gramaglia riporta sulle pareti di stoffa che la contengono, al presente della performance, e alla promessa di evoluzione di questo spettacolo capace di adattarsi e prendere la forma e il sapore del luogo in cui viene messo in scena.
The White Room
di e con Caterina Gramaglia
scenografia Gaia Giugni
costumi Gloriana Manfra
luci e fonica Marzo Zara
Prossime date
Roma – Teatro Tordinona dal 6 all’11 maggio
New York Fringe Festival 2014
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