“Anarchia – La notte del giudizio” di James DeMonaco

di / 25 luglio 2014

Il futuro di ordine e controllo ideato da James DeMonaco torna in Anarchia – La notte del giudizo, con un altro cast, altre storie, ma con le stesse premesse di violenza e caos.

Nell’anno 2023 negli Stati Uniti il potere è in mano ai Nuovi Padri Pellegrini, un gruppo politico-religioso che ha stabilito un nuovo rigidissimo ordine per contrastare il crimine dilagante e l’economia allo sbando. La notte tra il 21 e il 22 marzo è ogni anno la Notte della purificazione. Ogni crimine è permesso, ogni violenza tollerata. Il sistema giudiziario è sospeso, così come la pubblica sicurezza e il pronto intervento. Uccidere un uomo, nella Notte della purificazione non è solo legittimo, è anche necessario secondo l’interpretazione dei Nuovi Padri Pellegrini: necessario per sfogare la violenza naturale dell’uomo in una sola notte senza regole, necessario per regolare la crescita demografica inarrestabile eliminando i poveri. È la sesta Notte della purificazione quella in cui i destini di una giovane coppia in crisi, di una madre e una figlia e di un uomo misterioso si incontrano. È l’unico dei cinque a essere uscito di casa per compiere un crimine, un omicidio contro un uomo che gli ha fatto un torto. Il suo piano di vendetta si interrompe quando deve assistere gli altri che si sono ritrovati coinvolti loro malgrado, strappati in un modo o nell’altro dalla sicurezza del loro nascondiglio.

Un anno dopo il primo episodio, La notte del giudizio torna con tutte le premesse per diventare Anarchia. Sembra destinato a continuare ancora a lungo il futuro distopico e autoritario immaginato James DeMonaco per il suo The Purge. Le premesse ci sono tutte. Conciliando thriller e fantascienza James DeMonaco è riuscito a creare un film teso e compiuto. Senza il bisogno di collegarsi direttamente con il primo film, Anarchia – La notte del giudizio riprende gli elementi principali della distopia immaginata portando avanti un discorso nuovo, continuando ad analizzare le possibilità della violenza e la sua disturbante funzione sociale.

La certezza dell’impunità porta chiunque a calarsi nei panni del killer. Ci sono psicopatici che si organizzano in bande con asce e martelli, gang di motociclisti che rapiscono persone, cecchini solitari che sparano ai passanti bevendo birra. Poi ci sono i ricchi, che dall’alto del loro status pagano disperati per averli come facile preda in casa e massacrarli con cura, nel salone avvolto nella plastica per non macchiare i mobili, o si fanno portare sconvolti e disperati da cacciare come prede in un labirinto al buio, conquistando il diritto alla preda partecipando ad aste di grottesca formalità.

La violenza è elemento naturale dell’uomo come animale, dall’homo homini lupus allo stato di natura di Hobbes. È un modo di reagire alla paura, di allontanare l’altro riconoscendo in esso le possibilità della propria stessa natura. Il limite della legge è intervenuto nella formazione del concetto di civiltà garantendo il diritto alla violenza alle sole istituzioni – è il passaggio dallo stato di natura alla società civile di Hobbes, ancora, è l’idea di Stato come detentore del monopolio della violenza di Weber – sublimando la violenza primordiale umane in forme simboliche e rituali.

La sospensione del diritto porta il crollo del simbolismo, libera per una notte l’uomo dal vincolo della dimensione sociale, dalle sovrastrutture morali e civili per lasciar prevalere l’istinto nella sua forma più ferina.

James DeMonaco preferisce, però, non insistere su una dimensione ulteriore, limitandosi al puro intrattenimento lasciandosi scappare solo rare suggestioni per letture ulteriori (che sono sostanzialmente dei vicoli ciechi e sembrano messe lì solo per far credere che ci potrebbe essere qualcosa in più). Sul piano che è stato scelto come principale, Anarchia – La notte del giudizio riesce nel suo. Ha uno stile che lo definisce alla perfezione come proposta estiva. È un peccato perché le premesse per un passo in più, per cercare di calare nello spettacolo maggiori elementi di riflessione, per cercare in pratica di fare della serie di The Purge non un prodotto di semplice consumo ma per collocarlo tra i riferimenti del cinema di distopia sociale (1997 – Fuga da New YorkI guerrieri della notte, la saga di Hunger Games) ci sarebbero.

(Anarchia – La notte del giudizio, di James DeMonaco, 2014, horror, 104’)

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