“Amore, cucina e curry”
di Richard C. Morais

di / 1 dicembre 2014

Amore, cucina e curry (Neri Pozza, 2014), di Richard C. Morais, è uno di quei romanzi che una coscienza da lettore critico sarebbe portata a condannare, perché dopotutto il lieto fine c’è e lo si capisce dalle prime pagine, perché i personaggi sono tratteggiati in maniera abbastanza prevedibile, perché il testo è pieno di lusinghe che strizzano l’occhio al pubblico, e perché di fatto l’autore non pone nessun ostacolo che renda la lettura una sfida, anzi: la scrittura scorre che è una meraviglia. Però nella vita di un lettore ci sono momenti in cui lo spirito critico lascia spazio al piacere di leggere e basta, senza che a quest’atto debba a ogni costo essere associato un intento formativo o analitico, e un brano diventi esercizio di indagine dell’Io e del mondo. Quindi, a dirla tutta, Amore, cucina e curry è una bella storia, e noi lettori siamo liberi di viziarci, una volta ogni tanto.

La trama prende il via quando Hassan Haji, l’io narrante e protagonista del romanzo, lascia Mumbai (o Bombay, come ancora si chiamava ai tempi della sua infanzia) con la propria famiglia, dopo che un incendio doloso ha bruciato il ristorante fondato dai nonni. Da qui, cominciano le sue peregrinazioni per l’Europa, che lo porteranno in un paesino della Valle della Loira nel quale farà la conoscenza della chef stellata Madame Mallory, che lo introdurrà alla più raffinata cucina francese. Ovviamente l’incontro non è che l’inizio di un percorso che, tra fortune e qualche delusione, lo porterà a essere consacrato nell’Olimpo dei grandi cuochi europei.

Ci si potrebbe chiedere quale sia l’elemento che contribuisce a rendere questo romanzo una lettura così piacevole. Ebbene, ça va sans dire, il merito è del cibo. L’intero libro indugia in descrizioni che danno consistenza al cibo, mettendo per iscritto un senso spesso sottovalutato in letteratura, dove in genere si privilegia la vista, talvolta l’udito: il gusto. Le parole rendono giustizia ai piatti, ben dosate a seconda della sapidità che spetta loro trasmettere, e nella scrittura alla corposità speziata della cucina indiana fanno da contraltare i sapori netti e puliti della cucina francese.

Già uscito come Madame Mallory e il piccolo chef indiano nel 2010, Amore, cucina e curry è stato ora riproposto nel mercato editoriale, in contemporanea con l’uscita del film di Lasse Hallström, con un titolo decisamente meno intrigante, che rovina la sorpresa suggerendo con approssimazione alcuni degli elementi che compongono il romanzo. Comunque lo si voglia chiamare, questo libro è una dichiarazione d’amore all’arte della cucina, e come del buon cibo va assaporato, gustandolo senza preoccuparsi troppo e senza porsi domande che distolgano dal momento di piacere gastronomico.

(Richard C. Morais, Amore, cucina e curry, trad. di F. Novajra, Neri Pozza, 2014, pp. 283, euro 17)

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