“Polvere. Dialogo tra uomo e donna” di Saverio La Ruina
Il continuo incontro/scontro tra i due sessi
di Federica Imbriani / 13 febbraio 2015
L’Uomo e la Donna non si conoscono bene, diciamo da un paio di giorni, e hanno solo iniziato a intepretarsi nella condivisione di una parca intimità e nell’imbarazzo di non saper dare un nome a quanto stanno vivendo. Eppure, già dalle prime battute di Polvere, Saverio La Ruina ci mette a disagio presentandoci l’Uomo e la Donna nel pieno di una discussione.
Una discussione piccola, banale, figlia di quelle insicurezze reciproche che colgono ognuno all’inizio di un rapporto amoroso, eppure una discussione capace di far sentire lo spettatore un ospite non gradito e inopportuno. Un quadro alla volta, lite dopo lite, ferita dopo ferita, umiliazione dopo umiliazione, si srotola il tempo della vita della coppia e si passa dall’affetto, all’amore, alla dipendenza. L’Uomo un agglomerato di insicurezze, il rapporto distorto con la sessualità, la figura della madre che si sovrappone a quella della donna indiana; la Donna un capolavoro senza carattere, le scuse dietro ogni parola, l’essenza della fragilità.
Sul palcoscenico quasi vuoto, essenziale come sono essenziali i corpi, le voci e lo stile degli attori che lo occupano senza soluzione di continuità per settantacinque minuti, ogni gesto è un atto di comunicazione forte ed ogni oggetto di scena un simbolo. Gli oggetti parlano, gli abiti parlano, i silenzi e i bui parlano, i gesti parlano. E’ impressionante quanto lo spettacolo di La Ruina sia un condensato di significati che grondano addosso al pubblico, mano a mano che la violenza si fa più scoperta e palese, facendolo sentire progressivamente più scomodo nelle poltrone, arrabbiato, disorientato.
L’atto violento con cui l’Uomo impone il silenzio alla Donna strizzandole i capezzoli è il simbolo eccellente sia della carica simbolica di quest’opera, sia di questo Dialogo tra uomo e donna che non è mai dialogo tra persone, ma tra poteri incarnati nelle caratteristiche distintive dei due sessi.
Polvere è uno spettacolo catartico nel senso classico del termine. La visione di quest’opera conduce chi guarda al di là della valutazione puramente estetica perché lo costringe a confrontarsi con se stesso. Con la coscienza di essere stato almeno una volta nella vita geloso, violento, inquietante, ma anche sottomesso, remissivo e vinto, lo spettatore si rende conto che quella della violenza è una degenerazione della realtà domestica che si costruisce un passo alla volta in tutti i giorni che precedono il primo schiaffo.
Polvere. Dialogo tra uomo e donna
di Saverio La Ruina, con Saverio La Ruina e Jo Lattari
Roma – Teatro India dal 10 al 15 febbraio
Cosenza – Teatro Morelli 27 Febbraio
Venezia – Teatro Ca’ Foscari 4 e 5 marzo
Udine – Teatro Palamostre 6 marzo
Bologna – Teatro dell’Argine 7 marzo
Lumezzane – Teatro Odeon 12 marzo
Genova – Teatro del Ponente 13 marzo
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