“Money Monster – L’altra faccia del denaro” di Jodie Foster
Un thriller su finanza e informazione
di Francesco Vannutelli / 13 maggio 2016
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, Money Monster – L’altra faccia del denaro mette insieme la coppia all-star formata da George Clooney e Julia Roberts in un thriller serrato che punta il dito contro l’informazione statunitense e il sistema finanziario. La sorpresa è dietro la macchina da presa. A dirigere tutto, infatti, c’è Jodie Foster. È la quarta volta che l’attrice si sposta in regia, è la prima che lo fa per un film che si può quasi definire d’azione.
Lee Gates conduce un programma di successo sui mercati finanziari. Si chiama Money Monster e non è esattamente uno show serio. Ci sono balletti, effetti speciali e cose del genere. Però parla di soldi, e la gente gli dà retta, come ha fatto Kyle, un ragazzo prossimo a diventare padre che dopo aver visto una puntata del programma ha investito tutti i suoi risparmi nella Ibis, una società di trading appena quotata in borsa. Nel giro di un mese, la Ibis perde 800 milioni di dollari, Kyle perde tutto e decide di fare irruzione nello studio del programma durante la diretta, con una pistola e un giubbotto esplosiva.
Sono due i bersagli fondamentali di Money Monster. Da un lato, ovviamente, il mondo della finanza che brucia capitali e distrugge vite senza mai entrare in contatto con la schiera dei piccoli investitori, dall’altro il mondo dell’informazione che sfrutta ogni storia per fare spettacolo. I riferimenti cinematografici che vengono in mente sono tantissimi, da Quinto potere del 1976 a Mad City – Assalto alla notizia per quello che riguarda i media, a Margin Call e La grande scommessa per la denuncia del mondo finanziario.
Money Monster, però, rispetto a tutti i modelli che può ricordare, è soprattutto un thriller, un film dalla forte tensione narrativa che si preoccupa di tenere lo spettatore incollato e di prendersi anche il gusto di depistarlo, quando ci vuole. Come è ovvio che sia, le necessità della suspance portano a grosse semplificazioni della materia finanziaria e di qualsiasi discorso critico strutturato sulla società vittima dell’informazione e simili.
È in questa forte identità thriller la grande sorpresa della regia di Jodie Foster. A cinque anni di distanza da Mr. Beaver, lo spiazzante film sulla depressione con cui cercò di risollevare le sorti di un Mel Gibson fuori controllo, l’ex bambina prodigio di Taxi Driver si misura con un tipo di cinema completamente diverso dai suoi precedenti lavori dietro la macchina da presa, tutti concentrati su un intimismo familiare che trovava in Il mio piccolo genio il suo primo tentativo nel 1991. Probabilmente, le esperienze televisive di regia di alcuni episodi di House of Cards e Orange is the New Black l’hanno portata a lavorare su ritmi più veloci. Quello che è certo è che in Money Monster padroneggia questo linguaggio nuovo – per lei – con grande dimestichezza.
Si possono discutere alcune scelte, perché l’attenzione quasi interamente rivolta al thriller finisce per indebolire gli altri aspetti che avrebbero meritato maggiore spazio. Soprattutto il discorso sullo strapotere dei media. L’idea della morte in diretta, dell’estremo reale che irrompe nel mondo della finzione televisiva, ha, come si è detto, svariati e più illustri precedenti. In alcuni istanti si intravede il materiale di Money Monster per un discorso più approfondito e di potenziale interesse, ma viene lasciato passare in secondo piano. Allo stesso modo, la messa alla berlina di Wall Street, nella sua semplificazione quasi radicale per raggiungere un pubblico il più vasto possibile senza causare mal di testa o ricorrere a Margot Robbie nella vasca da bagno, finisce per banalizzare i passaggi fondamentali per definire il vero ruolo della Ibis, società-simbolo di ogni potere malato..
È il carisma di George Clooney a dare uno slancio in più. Julia Roberts, nei panni della regista Patty, si limita a dire al microfono cosa fare. Sullo schermo, sia in tv che al cinema, ci va Clooney e con lui il sequestratore Kyle di Jack O’Connell, già visto, oltre che nella serie tv Skins, in Unbroken e in ’71 lo scorso anno.
(Money Monster – L’altra faccia del denaro, di Jodie Foster, 2016, thriller, 98’)
LA CRITICA
Jodie Foster torna in regia per dirigere George Clooney e Julia Roberts in un thriller su finanza e informazione. Il ritmo e la tensione vincono sulla denuncia e a rimetterci è la profondità del racconto.
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