“Scappa – Get Out” di Jordan Peele
Indovina chi viene per la sua ultima cena
di Francesco Vannutelli / 23 maggio 2017
È una delle grandi sorprese dell’anno, Scappa – Get Out, horror indipendente scritto, diretto e co-prodotto dall’esordiente Jordan Peele (che di mestiere fa l’attore comico in televisione). Negli ultimi anni, il cinema d’orrore ha proposto alcuni dei film più interessanti nel panorama indipendente nordamericano. In alcuni casi, come per It Follows di David Robert Mitchell nel 2014, è arrivato un grosso successo al box-office. In altri, come per The Witch di Robert Eggers nel 2015, anche i premi della critica del Sundance.
Scappa – Get Out ha ottenuto un enorme successo di critica e pubblico, con incassi da record (è costato 4 milioni e mezzo di dollari e fino a questo momento ne ha incassati più di 200 in tutti il mondo). È il film perfetto per proseguire il percorso di ridefinizione del genere.
Se ci si aspetta il solito horror a base di jump scare e tutto il repertorio recente ci si rimane male. Perché sotto la maschera del film d’orrore, Peele è riuscito a creare un’interessante e intelligente fusione di generi che parte da Indovina chi viene a cena? e Ti presento i miei per arrivare a echi della fantascienza classica di L’invasione degli ultracorpi.
Lo spunto di partenza è un classico. Una giovane coppia si mette in macchina per trascorrere il fine settimana nella casa dei genitori di lei. È la prima volta che il ragazzo viene presentato e la ragazza non ha ritenuto necessario dire che è di colore. Chris è giustamente nervoso, nonostante le rassicurazioni di vario livello della sua fidanzata («Guarda che papà avrebbe votato Obama anche per una terza volta»). Nella casa, isolata sulla sponda di un lago, l’apparente normalità sembra nascondere qualcosa di insolito e misterioso, tra personale di servizio (di colore) estremamente silenzioso e obbediente, al limite del catatonico, e la curiosità morbosa degli amici di famiglia per il giovane.
Scappa – Get Out sfrutta i generi per creare un prodotto unico in grado di fondere insieme thriller, horror, satira sociale, denuncia e commedia. L’apparente semplicità della trama viene stravolta dalla svolta horror che gioca con intelligente ironia con tutti gli stereotipi della situazione – la casa isolata, la cantina, gli esperimenti – per offrire allo spettatore qualcosa di completamente diverso e nuovo.
Perché sullo sfondo del film si muove una riflessione sulla condizione degli afro-americani negli Stati Uniti d’oggi e sulla loro integrazione. L’estremizzazione del concetto di segregazione razziale su cui Scappa – Get Out si basa – senza raccontare troppo per non rovinare la visione – racconta di ampie zone del paese in cui il nero è visto ancora come qualcosa di diverso, un oggetto esotico, dal fascino misterioso.
È chiaro che l’intento di Jordan Peele è quello di parlare soprattutto al pubblico, per cui non c’è una volontà assoluta di denuncia della condizione degli afro-americani come in tanto cinema di oggi, dal premio Oscar Moonlight indietro nel tempo. È il momento storico in cui il film è arrivato nelle sale, però, con il passaggio di consegne tra Obama e Trump in un paese in cui le questioni etniche continuano a essere di assoluta attualità, a giustificare uno sguardo oltre la superficie pura e semplice.
Di suo, Scappa – Get Out è soprattutto un ottimo film d’intrattenimento, in grado di fare bene tutto quello che deve fare. Come thriller, è teso e coerente, come horror garantisce un’inquietudine sottile per tutto il tempo, con un paio di momenti che si spingono più in là. Nella prima parte, più vicina a una commedia classica (appunto i riferimenti a Indovina chi viene a cena? e Ti presento i miei), riesce a rappresentare bene tutta l’ansia del confronto generazionale ed etnico in quelle situazioni di cortesie forzate che sono le presentazioni in famiglia. L’aspetto più comico della commedia, però, è garantito da LilRel Howery nei panni dell’amico paranoico del protagonista Chris, che esaspera l’idea del confronto lasciando alimentare la paura da retaggi post-coloniali.
La nota di satira politica dà al tutto una spinta in più. Certo, il fatto che il protagonista sia il britannico Daniel Kaluuya, già visto in uno degli episodi più inquietanti della di per sé inquietante serie distopica di culto Black Mirror, aggiunge un ulteriore sfumatura nell’occhio dello spettatore pronta a coglierla.
(Scappa – Get Out, di Jordan Peele, 2016, horror, 103’)
LA CRITICA
Scappa – Get Out è una delle sorprese cinematografiche della stagione. L’esordiente Jordan Peele fonde generi per creare un horror intelligente e spontaneo, in grado di far ridere delle contraddizioni degli Stati Uniti d’oggi.
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