Jonathan Coe e la ricerca dell’identità
A proposito di “I terribili segreti di Maxwell Sim”
di Elisa Carrara / 6 novembre 2017
Che Jonathan Coe conosca i più oscuri segreti dell’universo maschile è un fatto innegabile. Eppure il suo romanzo d’esordio era tutto al femminile: Donna per caso (Feltrinelli, 2003) era la storia di Maria, dall’infanzia fino all’età adulta, raccontata con genuina onestà e altrettanta ironia. Jonathan Coe conosce l’animo umano e si muove con disinvoltura nella mente di uomini e donne. Ma quando sceglie di addentrarsi nell’animo maschile lo fa con una naturalezza disarmante: è stato così per La banda dei brocchi (Feltrinelli, 2004) e non è stato da meno nel suo I terribili segreti di Maxwell Sim (Feltrinelli, 2010), in cui il protagonista è un uomo di mezz’età in cerca del suo posto nel mondo.
Un matrimonio finito senza un motivo valido, almeno per Max, che è sempre stato un marito fedele e un padre amorevole, un lavoratore onesto, un uomo normale. Ma è proprio la normalità a essere una colpa imperdonabile: nessuna brillante carriera, nessuna intelligenza fuori del comune, né tantomeno quel carisma che sembra avvolgere da sempre il suo migliore amico. Lui dall’alto della sua vita perfetta, sembra avere la risposta a tutto.
La vita di Maxwell Sim è invece solo un continuo susseguirsi di occasioni mancate, di errori evitabili, di rimpianti insignificanti. Se solo riuscisse a capire dove sbaglia e a riconoscere i momenti decisivi della sua vita, tutto sarebbe più facile.
E invece Max non ha questa capacità: ogni incontro sembra quello risolutore, quello che potrebbe cambiare la sua vita per sempre. E invece tutto si perde, si trasforma, si distrugge, diventando l’ennesimo ricordo doloroso e frustrante. Non riconosce più se stesso Max, né sua moglie, che vuole solo scrivere e parlare di libri; né tantomeno sua figlia, diventata una donna, lontano da lui. Non riconosce suo padre, perché forse non l’ha mai conosciuto realmente, come scoprirà durante un rocambolesco viaggio di lavoro, che lo porterà in giro per tutta l’Inghilterra a pubblicizzare un nuovo tipo di spazzolino da denti ecocompatibile.
Un probabile nuovo lavoro, un viaggio lontano da tutti, con solo il navigatore dell’auto ibrida a fargli compagnia: è l’occasione giusta, il momento perfetto per dare una svolta alla sua vita, per ritrovare la sua identità. Ma quello che scoprirà, di sé, della sua famiglia e del suo passato potrebbe non piacergli.
In questo romanzo di formazione della mezza età Jonathan Coe ci insegna cosa significa crescere, trovare se stessi e il nostro posto nel mondo: non è detto che il posto che ci è stato assegnato ci piaccia o sia comodo. Ma se vogliamo restare seduti dobbiamo imparare ad accettarlo. Anche a cinquant’anni.
(Jonathan Coe, I terribili segreti di di Maxwell Sim, trad. di Delfina Vezzoli, Feltrinelli, 2010, pp. 368, euro 18)
LA CRITICA
Un romanzo di formazione della mezza età in cui Coe esplora con un’abilità disarmante l’animo maschile, con le sue paure e le sue mille fragilità.
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