Musica in bianco e nero
“Billie Holiday” e “Carlos Gardel” di José Muñoz e Carlos Sampayo
di Francesca Ceci / 30 novembre 2018
Cosa lega Billie Holiday e Carlos Gardel? «Sono due anime delicate e due voci simbolo di una stagione irripetibile che, quasi specularmente, si guardano attraverso il prisma di due Americhe lontane e al tempo stesso vicinissime», così SUR presenta la scelta della casa editrice di aprire le porte al graphic novel e la decisione di farlo con i disegni del maestro argentino José Muñoz, illustratore e fumettista e le parole dello scrittore e giornalista Carlos Sampayo.
I due albi a fumetti (intitolati appunto Billie Holiday e Carlos Gardel) vanno oltre la classica ricostruzione biografica di due vite celebri.
Partono entrambi da un pretesto attuale – un’inchiesta giornalistica per Holiday e un immaginario talk show televisivo per Gardel – per raccontare frammenti di storie vere e incredibili, due personalità con in comune la potenza di una musica diversa, gli anni Trenta e poco altro.
Billie viene ritratta come una donna con un fiore tra i capelli fino alle ultime pagine, retaggio di un’infanzia iniziata male e proseguita con uno stupro subito a dieci anni, con la prostituzione a dodici: violenze che ne segneranno la vita e la voce, e che vengono tirate fuori dai tratti di Muñoz e dal linguaggio duro di cui Sampayo la circonda costantemente ad ogni tavola.
La storia di Billie viene ricostruita come una scatola di ricordi dal doppio fondo. C’è la memoria recuperata dal giornalista, incaricato di scrivere un pezzo per l’anniversario della morte di qualcuno che non conosce, un idolo nero che dopo trent’anni, a New York, per qualche bianco, non è mai esistito; e ci sono i ricordi dentro i ricordi, i più veri e forti, della stessa Billie, che alterna episodi di successo a flashback di umiliazioni e brutalità che non la abbandonano mai, che le restano attaccati sulla pelle in una America incapace di affrontare la questione razziale e di capire completamente, di aprirsi con fiducia, di rendersi conto e di accettare.
E contro o sopra tutto questo, suona un jazz capace di rendersi indimenticabile, di penetrare nelle maglie di una società falsa e non ancora pronta, per penetrarla e riempirla di qualcosa di buono.
Come scrive Lagioia nella prefazione al volume «nella voce di Billie Holiday risuona tutto ciò a cui l’arte è capace di restituire dignità volgendo in bellezza: il dolore, la solitudine, le ingiustizie subite, il bisogno d’amore, la capacità di restare umani nonostante le offese della vita».
La stessa forza della musica e della personalità la troviamo nelle tavole dedicate a Carlos Gardel, al suo personaggio ombra di ambiguità.
Il bianco e nero usato da Muñoz sembra un avvertimento a tenersi all’erta, a non illudersi che quello che stiamo leggendo o ascoltando sia il solo vero Gardel. Carlos è un’incognita, vive in chiaroscuro lungo tutta la vita, non si identifica politicamente, non è chiara la concretezza di quelli che sembrano solo amori platonici – resta lampante e senza dubbi solo l’amore eterno per la madre – non si conosce con certezza neanche dove sia nato.
«Simbolo nazionale apocrifo, dunque? Patriota o sovversivo? Nazionalista o rivoluzionario? Finito per un incidente o per un complotto? Amante latino? Omosessuale? O addirittura vergine come tributo alla sua unica donna, la madre?», si chiede nella prefazione Riccardo Falcinelli.
La definizione dell’identità sembra un problema perpetuo per chi si accanisce ad individuarla, ma non anche per Gardel che in più occasioni si ritrova a chiedersi cosa importi il luogo di nascita e a ricordare a se stesso di essere solo una voce, nient’altro che una voce. Dubbi di cui è consapevole Muñoz, che ne fa un ritratto di sole luci e sole ombre e che racconta bene Sampayo, soprattutto quando ci fa apparire con la sua morte la degna fine di un’incertezza continua: accettarne la sparizione in un incidente aereo o credere di sentirne ancora la voce proveniente dalla bocca di un volto sfigurato sopravvissuto in mezzo alla selva colombiana.
(José Muñoz – Carlos Sampayo, Billie Holiday, trad. F. Di Carlantonio, SUR, pp. 80, euro 15,00)
(José Muñoz – Carlos Sampayo, Carlos Gardel, trad. F. Di Carlantonio, SUR, pp. 128, euro 18,00)
LA CRITICA
Vite in chiaroscuro disegnate dal maestro del fumetto argentino.
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