Future Nostalgia: come si scrive (con classe) l’album di una superstar mondiale
A proposito dell'ultimo lavoro di Dua Lipa
di Luigi Ippoliti / 8 aprile 2020
Tra il 2015 e il 2018 Dua Lipa ha tirato fuori tre singoli che hanno avuto un successo riconoscibile senza problemi nel termine planetario. Le sue canzoni sono un pop commerciale fatto talmente bene da potersi adeguare un po’ a tutto, camaleontico come il migliore dei progetti di marketing. Roba che un po’ ovunque era possibile ascoltare “Be the One”, “New Rules” o “IDGAF”, da Zara a San Francisco o al supermercato a Parigi, durante l’ordine del nuovo panino di McDonald’s a Londra, magari in una delle infinite playlist home workout su Spotify nel proprio monolocale di Buenos Aires. Tre canzoni che nel 2017 hanno fatto parte del primo album della cantante inglese di origini albanesi e kosovare, Dua Lipa. In questo assurdo 2020 il suo nuovo lavoro, Future Nostalgia.
Cosa abbiamo di fronte a noi quando ci approcciamo al secondo album di Dua Lipa? Rispetto al suo esordio, scrive un album più maturo, coeso, coerente, con un groove intenso che scorre lungo tutte le undici tracce. Future Nostalgia è pieno di anni ’80, ma anche di anni ’90 mainstream, da Madonna a Kyle Minogue, ridisegnati con quella retromania per solleticare l’immaginario del pubblico del 2020. È una stranissima colonna sonora di Stranger Things scritta da Michael Jackson in grande forma che si diverte a immaginare la prossima decade. C’è Olivia Newton-John con la ripresa della sua famosissima “Physical“: Dua Lipa vuole metterci nel cuore pulsante degli anni ’80. Ma è facile imbattersi anche in sensazioni che rimandino a Giorgio Moroder, quindi ai Daft Punk, soprattutto quelli di Homework. Ma c’è anche l’elettricità inventata dagli ABBA e dai BeeGees.
Future Nostalgia è un prodotto perfetto per quello che vuole rappresentare. Ci si ritrova più volte a strabuzzare gli occhi nel rendersi conto di come non abbia difetti, quantomeno nella forma. Talmente perfetto da procurare piccoli brividi di inquietudine. Non c’è spazio per crepe, qualche angolo smussato male, qualcosa fatta meno bene di altre. Lo ascolti dalla prima all’ultima traccia e non trovi nessun intoppo: coerenza stilistica, un thrill che ti accompagna senza abbandonarti. Precisione, personalità, la voce di Dua Lipa che sa come muoversi nella sofisticatissima intelaiatura strumentale che la circonda e quella combo basso batteria che gira a meraviglia.
Un pop disco funky fatto apposta per essere, oggi, il migliore dei dischi pop disco funky possibili, ma che forse non si ferma solo a questo. Non rimane la patina di uno sterile esercizio di stile. Sembra scritto da un equipe di perfetti robot con un cuore. Future Nostalgia avrebbe invaso negozi e situazioni sociali ovunque. Oggi, in piena pandemia, suona come la colonna sonora perfetta che esce dalle pubblicità degli schermi che accerchiano una Piccadilly Circus deserta.
Dua Lipa è destinata a fare incetta di Grammy, a diventare la super star di questa decade: da Madonna passando per Beyoncé, Rihanna e Lady Gaga, c’è lei.
LA CRITICA
Future Nostalgia è un album clamoroso. Dopo l’enorme successo di brani come “New Rules” e “Be the One”, Dua Lipa fa centro e entra di diritto tra le superstar mondiali dei prossimi anni.
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