[Best 2020] I libri
di Redazione / 30 dicembre 2020
Analizzato dal punto di vista dei lettori italiani, il 2020 è stato sicuramente un anno interessante. La poetessa Louise Glück, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura, è stata per i più una grande sorpresa (di suo ilSaggiatore ha pubblicato Averno e L’iris selvatico), mentre il Premio Pulitzer, assegnato a Colson Whitehead per il romanzo I ragazzi della Nickel (Mondadori) – il secondo, il primo lo aveva vinto nel 2017 con La ferrovia sotterranea (Edizioni Sur) – ha ribadito le qualità di romanziere dello scrittore statunitense.
Guardando in Italia, se il Premio Strega non ha ribaltato i pronostici iniziali – Il colibrì di Sandro Veronesi (La nave di Teseo) non è mai stato veramente in discussione per la vittoria finale –, è stato il Premio Campiello a segnalare, come spesso capita, le novità più rilevanti con la vittoria di Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio di Remo Rapino (minimum fax, 2019), affiancato da Le isole di Norman di Veronica Galletta (Italo Svevo, 2020) come opera prima più meritevole.
Ma sono stati diversi i romanzi d’esordio degni di nota in questo 2020: a cominciare da Città sommersa di Marta Barone (Bompiani) e L’esercizio di Claudia Petrucci (La nave di Teseo), seguite da Niente per lei di Laura Mancini (e/o), La mischia di Valentina Maini (Bollati Boringhieri, trovate un suo racconto su effe #4), Ai sopravvissuti spareremo ancora di Claudio Lagomarsini (Fazi), Crocevia dei punti morti di Matteo Grilli (effequ) e Azzorre di Cecilia M. Giampaoli (Neo Edizioni), solo per citarne alcuni.
Come ogni anno, di seguito vi proponiamo i dieci libri pubblicati nel 2020 che più ci hanno colpito, non prima però di segnalarvi, permettetecelo, due pubblicazioni che ci riguardano molto da vicino: Per rabbia o per amore (66thand2nd), l’antologia di racconti curata dalla redazione di effe – Periodico di Altre Narratività (da cui usciranno due esordienti molto attesi nel 2021, Paola Moretti e Nicola Muscas) e Numeri uno – Vent’anni di collane in otto libri di Gabriele Sabatini (minimum fax), responsabile della nostra sezione di Critica.
Città sommersa di Marta Barone (Bompiani)
Medico incriminato e poi assolto in un processo per banda armata negli anni di piombo, militante di Servire il popolo, leader nel movimento studentesco nella Roma di Valle Giulia: prima di essere il padre difficile e sfuggente di Marta Barone, L.B. è stato tutto questo. Una città sommersa di cui l’autrice ha cercato di ricomporre la storia attraverso i documenti e i racconti delle molte persone che l’hanno conosciuto.
Mad in Italy di Gabriele Ferraresi (ilSaggiatore)
Mad in Italy. Manuale del trash italiano dal 1980 al 2020 è una sorta di amarcord festoso ma anche amaro, un viaggio irresistibile alla scoperta di splendori e miserie della cultura italiana.
Helgoland di Carlo Rovelli (Adelphi)
Rovelli scrive una coraggiosa opera di divulgazione sul modo in cui un gruppo di giovani fisici è arrivato a formulare la teoria della meccanica quantistica, una vera e propria rivoluzione scientifica dalle implicazioni ancora in gran parte sconosciute.
La natura è innocente di Walter Siti (Rizzoli)
La natura è innocente è il racconto di due vite parallele, le biografie quasi vere di Filippo Addamo, che a vent’anni uccise per folle gelosia la madre, e di Ruggero Freddi, pornoattore e personaggio televisivo.
Due vite di Emanuele Trevi (Neri Pozza)
Trevi racconta le vite di Pia Pera e Rocco Carbone, ricostruendo a partire dal proprio ricordo la storia di una lunga amicizia, non priva di scontri e incomprensioni. Due vite è il ritratto di due artisti scomparsi troppo presto che sfugge all’agiografia e sa invece di un commiato affettuoso e sincero.
Scoperta e conquista del Perù di Pedro Cieza de León (Quodlibet)
Terzo volume della monumentale opera Crónica del Perú del cronista spagnolo Pedro Cieza de León, proposto per la prima volta in italiano con la traduzione di Carla Forti, racconta i fatti tragici quanto straordinari della conquista del Perù da parte di Francisco Pizarro e Diego de Almagro.
L’ospite e altri racconti di Amparo Dávila (Safarà Editore)
I racconti horror della scrittrice messicana partono dalla quotidianità per riproporla al lettore distorta, alterata, in una parola: trasfigurata. Non ci sono creature mostruose, ma presenze che incombono e atmosfere che inquietano. Una grande autrice che merita di essere letta e riletta.
Inventario di alcune cose perdute di Judith Schalansky (nottetempo)
In questo volume elegante e ingegnoso dal genere impuro – un misto di memoir, saggio, catalogo e novella –, la scrittrice e designer tedesca erige un monumento a dodici cose scomparse fra elementi naturali e opere dell’uomo in tempi epici o ben concreti e in circostanze immaginate o testimoniate.
Darsi del tu di Edina Szvoren (Mimesis)
Una raccolta di racconti tanto esatti quanto potenti che conferma la bravura della scrittrice ungherese, già vincitrice nel 2015 del Premio letterario dell’Unione europea con la raccolta Non c’è, e non deve esserci (Mimesis, 2017).
La valle oscura di Anna Wiener (Adelphi)
La giornalista del New Yorker racconta la sua esperienza lavorativa nella Silicon Valley in questo memoir sovversivo che è diventato un caso letterario negli Stati Uniti fin dalla sua uscita, restituendoci uno spaccato incredibile di uno di quei luoghi più vivi ma anche più discussi del mondo.
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