L’uomo è un animale tecnologico
“Noi siamo tecnologia” di Massimo Temporelli
di Elisabetta Sangiorgio / 24 marzo 2022
Nel suo libro Noi siamo tecnologia (Mondadori, 2021) Massimo Temporelli ripercorre la storia di alcune invenzioni per indagare la loro relazione con l’uomo. Qual è il terreno fertile che le ha viste nascere, quali altre competenze umane sono servite per renderle funzionali, e come hanno modificato l’ambiente in cui sono state inserite, fino a cambiare la struttura della società umana che le utilizza?
Senza la prima rivoluzione industriale, legata alle macchine a vapore, non ci sarebbe stata la lavatrice, ma senza la lavatrice la storia dell’emancipazione femminile sarebbe completamente diversa. Senza le biblioteche, non esisterebbe Wikipedia, ma senza Wikipedia oggi, non esisterebbero molti dei libri entrati di recente sugli scaffali delle biblioteche.
Che cos’è la tecnologia? «Technology is anything invented after you were born», la tecnologia è qualunque cosa sia stata inventata dopo la tua nascita. Quella dell’informatico statunitense Alan Kay, sostiene Temporelli, è una definizione di tecnologia nel senso più comune che attribuiamo al termine tutti i giorni. Ma per comprendere appieno il significato della tecnologia nell’era di Antropocene non possiamo limitarci a questa, seppur brillante, definizione. La tecnologia, nella sua accezione più ampia e comprensiva, è qualsiasi strumento che non appartiene al mondo naturale, ma che è frutto di processi artificiali. È tecnologia la freccia così come la bomba atomica, la capanna così come il grattacelo. Per questo l’autore analizza la tecnologia come parte dell’ecosistema umano, una parte non biologica, ma non per questo meno fondamentale o integrata.
Fin dall’alba dei tempi l’uomo ha maneggiato e modificato gli oggetti e la natura, ha costruito strumenti e così generato tecnologia come parte integrante del suo modo di stare al mondo. Possiamo arrivare a dire che la tecnologia è parte della natura stessa, una natura modificata da un essere naturale a sua volta, qual è l’uomo, e composta di atomi ordinati in elementi che seguono e sfruttano le sue stesse leggi?
Temporelli svolge una ricerca antropologica, e del resto l’antropologia è la materia che insegna all’Università dello IED di Milano. Viene da chiedersi quanto sia possibile portare indietro il ragionamento: si può arrivare fino al mondo animale? La diga di un castoro è sicuramente una tecnologia, anche più avanzata di molte di quelle umane, come la capanna, citate dall’autore. Un nido d’uccello, una tana di coniglio, un sistema di gallerie di formiche, un alveare, sono tutte tecnologie di origine animale. Questo suffraga ancora di più la teoria secondo la quale la tecnologia non può essere considerata opposta alla natura, ma una sua parte integrante. La dicotomia naturale/artificiale deve piuttosto essere rivista come un complesso di insiemi, in cui quello tecnologico è uno dei sistemi della natura stessa.
Quanto questo sistema-tecnologia, questa tecnosfera, sia importante per la vita dell’uomo sul pianeta Terra, quanto sia sostenibile, quanto consumi e che cosa produca, è una domanda che dobbiamo necessariamente porci, e a cui questo libro inizia soltanto a rispondere. La risposta non può prescindere dalla comprensione dell’importanza e del radicamento di questa sfera nella vita dell’uomo. Possiamo spingerci ad affermare che senza tecnologia non vi sarebbe l’uomo, e sicuramente non vi sarebbe la vita umana come la conosciamo.
Massimo Temporelli, divulgatore esperto e capace, impregna ogni frase del suo libro di entusiasmo e curiosità genuini, e per questo contagiosi. La prosa è scorrevole, gli aneddoti mai banali, e ogni racconto ha un elemento personale che ne fa cogliere non solo la rilevanza esemplare, ma anche il suo valore intimo per l’autore. Noi siamo tecnologia è quindi una lettura piacevolissima, brillante e divertente; ma soprattutto è un libro di divulgazione, che permette di conoscere da vicino oggetti con i quali conviviamo tutti i giorni, di interrogarci sulla loro origine e sul loro rapporto con il mondo. Aiuta a capire come funzionano e come noi funzioniamo con loro.
Aneddoti, curiosità, aspetti tecnici ben spiegati e storia tengono incollati alle pagine di Temporelli, che ci trasporta nel suo pensiero, nella sua visione del mondo. Una visione indubbiamente ottimista, una fiducia nel futuro che a volte può far storcere il naso, ma che è tutt’altro che miope. L’autore infatti non dimentica il tema fondamentale dei limiti da porre alla tecnologia. A questo proposito vale la pena di riportare alcune delle frasi introduttive allo splendido capitolo dedicato al freno: «Abbiamo riempito gli scaffali delle librerie e delle biblioteche con la storia degli inventori di aeroplani, di moto, di razzi, di motori a vapore, a scoppio e a reazione. Qui invece racconterò la storia di chi ha immaginato e costruito i dispositivi per frenare, per decelerare. Non lo faccio perché attratto da chi ferma l’innovazione, ma proprio perché senza di loro non ci sarebbe stato progresso ma solo schianti e incidenti.»
Altrettanto esaltante è il capitolo sulla penna a sfera, in cui un oggetto tecnologico semplicissimo come quello che usiamo tutti i giorni per scrivere diventa il pretesto per porsi domande essenziali sul futuro della scrittura e della trasmissione della conoscenza. Oppure quello sulla lavatrice e sull’importanza che ha avuto nella storia dell’emancipazione femminile.
Gli interrogativi che Massimo Temporelli pone al lettore attraverso i suoi dieci esempi di tecnologie sono complessi. Non c’è una risposta univoca, e ovviamente è difficilissimo prevedere il futuro del rapporto tra uomo e tecnologia. Quel che è certo è che si tratta di «un tema da trattare con urgenza e che da sempre caratterizza l’esistenza di noi Homo sapiens, ma che nel XXI secolo diventerà dominante. Per capire chi siamo e chi saremo dobbiamo proprio partire dalla tecnologia, dalle tante macchine che ci circondano e che usiamo nella vita di tutti i giorni.»
(Massimo Temporelli, Noi siamo tecnologia. Dieci invenzioni che ci hanno cambiato per sempre, Mondadori, 2021, pp. 192, euro 18. Articolo di Elisabetta Sangiorgio)
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