Indignatevi!
di Angelo Gasparini / 19 settembre 2011
Pubblicato per la prima volta in una piccola edizione di ottomila copie, Indignatevi! si è rivelato un vero e proprio caso letterario vendendo seicentocinquantamila copie in soli tre mesi, da ottobre a gennaio. I giovani francesi hanno accolto favorevolmente il testo si Stéphane Hessel dichiarando, a più riprese, di considerarlo un autentico simbolo della libertà. Presto tradotto anche in Italia, il libello non è passato affatto inosservato, dando adito ad interessanti quanto amare riflessioni. L’autore del libro è un ex partigiano ultranovantenne, amico di De Gaule, un uomo che ha combattuto il nazismo in difesa della libertà ed è stato tra i fautori e redattori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Leggendo Indignatevi! si percepisce, fin dalle prime righe, il contrasto tra l’orgoglio di avere preso parte a un grande progetto di libertà, quale la Resistenza, e l’amarezza di un presente in cui, sebbene le forze fasciste siano state sconfitte, è acceso più che mai il fuoco antilibertario ed antiliberale. Il vegliardo francese mette in evidenza l’acuirsi della crisi planetaria di questi ultimi dieci anni e l’affanno dell’Europa dinanzi allo strapotere di pochi gruppi economici. Hessel ci invita a indignarci di fronte a chi, giorno per giorno, cerca di ridurci o sottrarci i diritti fondamentali: l’istruzione, la previdenza sociale, la sanità pubblica, dei contratti di lavoro più equi e ragionevoli. Tutte quelle battaglie per cui si era combattuto, sembra dirci l’autore, ora sono state annichilite dalla legge del più forte. E allora, indignatevi, tirate fuori le unghie, appassionatevi nuovamente alla vita e metteteci tutto quello che avete. È un appello disperato, un incoraggiamento ai giovani e non giovani ad uscire dall’indolenza in cui siamo ricaduti, a combattere il grigiore di questo moderno medioevo. Il francese spiega che è possibile uscire dalla crisi, che dopo la Seconda Guerra Mondiale la situazione era peggiore, ma ci vuole più coesione, più partecipazione sociale, più passione verso la vita e meno paura. Lo spirito resistenziale che ha liberato l’Europa, ora più che mai, dovrebbe servire da esempio ai giovani come paradigma di eroicità ed entusiasmo. Se è vero, come diceva il Signor G., che democrazia è partecipazioni, non ci resta che rimboccarci le maniche, unirci e far sentire la nostra voce. L’insurrezione, tuttavia, deve essere pacifica, non deve ricadere nell’errore della violenza, la storia dovrebbe essere maestra di vita. Il futuro, secondo, Hessel consiste nella convivenza pacifica e nell’integrazione di razze, religioni e culture, su queste basi dovrebbe sussistere la società del futuro. Questa società dovrebbe, inoltre, creare una serie di opportunità affinché ogni individuo si riesca a realizzare materialmente e spiritualmente.
In questa ottica, indignarsi significa realizzare la personalità umana in tutte gli ambiti che le competono, riprendere a vivere e non a sopravvivere. Ognuno di noi dovrebbe dare il massimo per realizzare la propria vita e contribuire allo sviluppo della società; a quest’ultima spetta il compito di crearne le condizioni. Chiaro, questo senza limitare in nessun modo la vita e i diritti delle altre persone. L’autore denuncia, particolarmente, anche il bombardamento mediatico e le spinte di un individualismo, ormai radicalizzato, che ci ha posto tutti contro tutti. Ecco, allora, l’ennesimo appello all’unione e all’impegno: «Creare è resistere. Resistere è creare.»
Sempre il Signor G., in una profetica canzone, ci ricordava che siamo liberi di far tutto, fuorché di pensare. Alla sua canzone, fa eco il libello di Stéphane Hessel, che si conclude con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, una lezione di storia, di educazione civica e d’amore verso l’umanità. Indignatevi! è una sveglia contro l’indifferenza, una lezione positiva alle nuove e vecchie generazioni, un appello disperato e il testamento spirituale di un vecchio partigiano lasciato ad un’Europa ormai sulle ginocchia e dalla memoria corta. Sottolinea Hessel:«Viviamo in un periodo di interconnettività senza precedenti. Ma in questo nostro mondo esistono cose intollerabili. Per accorgersene occorre affinare lo sguardo, scavare. Ai giovani io dico: cercate e troverete. L’indifferenza è il peggiore dei mali.»
Che aspettate, ancora? Leggetelo e, soprattutto, indignatevi!
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