“Journal d’un corps”
di Daniel Pennac
Il corpo dell’uomo, dell’attore, dello scrittore, del testo
di Federica Imbriani / 25 marzo 2016
Journal d’un corps, la lettura-teatrale di Daniel Pennac dal suo romanzo Storia di un corpo, edito in Italia da Feltrinelli, dopo diverse tappe in giro per l’Italia, va in scena a Roma, sul palcoscenico del Teatro Argentina, dal 23 al 25 marzo 2016.
Il diario che il protagonista della storia tiene del suo corpo dai 12 agli 87 anni si presenta in primo luogo come l’intima eredità di un padre appena scomparso per la figlia, poi, subito dopo, si rivela per essere la testimonianza del più generalizzato, e pure singolare e personalissimo, sodalizio che l’essere umano partecipa: quello della propria anima e del proprio corpo.
Bando ai sentimentalismi, dalla pubertà alle miserie della vecchiaia, la vita si costruisce pian piano, cicatrice dopo sbucciatura, risata dopo ansito, gemito dopo urlo, e intesse un complicato arazzo sulla pelle dell’uomo. Nessun distaccamento metafisico di corpo e spirito, nemmeno nella morte, perché la carne è spirito e consente alla voce del protagonista di raggiungere ciascuno esattamente dove si trova: dentro se stesso. Seduto sul proprio sedere.
Da Pennac, la lettura ad alta voce sgorga naturale e quello che il teatro aggiunge al testo di cui il lettore-spettatore è già stato partecipe in solitudine, è il ritmo e il tono della voce dell’autore. Il rumore che le parole scritte e inviate al mondo avevano nella loro versione originale, quella pensata. Basta questo da solo a rendere l’occasione un evento, non fosse che adattando il suo romanzo con la collaborazione di Clara Bauer, Daniel Pennac dimostra un grande talento per lo spazio scenico e si rivela un bravo lettore-attore. Composto, misurato, mai ammiccante, divertente, originale, perfettamente inserito in una scenografia, pulita, non invadente, eppure calda e personale.
Journal d’un corps
di e con Daniel Pennac
adattamento teatrale Clara Bauer e Daniel Pennac
regia Clara Bauer
foto di Pascal Victor
Roma – Teatro Argentina dal 23 al 25 marzo 2016.
LA CRITICA
Che suono fa un libro nella testa del suo autore? Che ritmo hanno le parole nella bocca di chi le ha scritte? Che succede quando il corpo del testo, dello scrittore, dell’attore e dell’uomo – inteso in senso singolare e plurale – si sovrappongono?
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