Benvenuti a Dinterbild, verso l’Altrove
"Vinpeel degli orizzonti" di Peppe Millanta
di Federico Musardo / 4 giugno 2018
Peppe Millanta, pseudonimo che per rispetto non cerchiamo di decifrare, esordisce come romanziere. Vinpeel degli orrizzonti è un romanzo sia malinconico che felice e questa sua ambiguità fa sì che valga la pena leggerlo: è il cammino di un ragazzo che cerca di scoprire il mondo anche attraverso la sua fantasia.
La parola, compromesso a cui scende il pensiero, assume un significato pieno e profondo se si prova a leggere questo libro dalla prospettiva di chi è al centro della storia. Vinpeel e il suo amico Doan, compagno di esperienze, per esempio sono soliti cancellare certe parole dal vocabolario nel momento in cui le scorgono rappresentate tra le nuvole. In un momento di introspezione. Vinpeel ascolta l’eco di una collina rada, o ancora imbastisce monologhi con le conchiglie che raccoglie in riva al mare, a ciascuna delle quali il padre di Vinpeel, Ned Bundy (sulla falsariga del serial killer Ted, omicida di numerose giovani) riconosce un suono speciale.
Il ragazzo proverà a condividere le sue esperienze con un padre da cui fatica a emanciparsi: il loro è un mondo con una grammatica imperfetta, o piuttosto ancora da scoprire. La Locanda del villaggio è goffamente chiamata Locanba, il suo proprietario la chiama così per una ragione strana e grottesca, mentre il paese di Dinterbild perde la lettera finale e diventa Dinterbil. Attraverso la ricerca delle parole, con la speranza di chi vive ancora la magia del meravigliarsi, vogliono capire i significati delle cose di un mondo ancora sconosciuto.
I ragazzi diventano perfino onomaturghi: da Krisheb, quello che è presentato come lo strambo del villaggio, un folle saggio, oracolare e profetico, avremo il sostantivo krìshebbata, l’avverbio krishebbatamente, e così via.
In questo romanzo c’è una certa libertà grafica. Per tradurre sulla carta le grida della folla, l’autore aumenta o diminuisce il corpo della scrittura, dà più spazi ai capoversi, oppure distribuisce diversamente le parole sulla pagina, alterando il rapporto consueto tra parole e spazi bianchi, lavorando quindi anche sui segni linguistici e grafici della forma libro. O ancora, con un uso forte e calibrato della ripetizione, egli giustappone i discorsi per dare l’idea di una simultaneità molto suggestiva.
Ma se prima leggiamo che tanti turisti, incuriositi da una magica o divina gamba di legno, accorsero un tempo al piccolo paese di Dinterbild, teatro della storia, poi l’autore pare contraddirsi, quando scrive che lì non era mai arrivato nessuno straniero. Anche se fosse una piccola contraddizione, comunque, al lettore non dovrebbe importare. Questa è globalmente una storia fantastica. L’immaginario degli abitanti del villaggio è permeato da narrazioni e aneddoti afferenti al mondo dei miti, attraverso cui gli abitanti provano a spiegarsi ciò che accade alle loro vite.
Con la loro creatività bambinesca, i protagonisti di questo libro cercano un altrove che abita lo spazio stagliandosi all’orizzonte. L’epifania di una bambina partorita dal cielo, Mune, aiuterà Vinpeel e Doan nelle loro peripezie. «In quel momento, mentre accarezzava con gli occhi il profilo di Mune, tutti quei pensieri svanirono, e gli fu finalmente chiaro il motivo per cui qualcuno – chissà quando e chissà dove – si era preso la briga di inventare una cosa come il silenzio. L’aveva fatto per permettergli di sentire il respiro di Mune, che andava su e giù, come le onde del mare».
Mune, una volta arrivata a Dinterbild, dopo le prime timidezze, incomincia a vivere in armonia con l’universo del piccolo paese. Imparerà, in sinergia con gli altri, a provare emozioni e conoscere sentimenti, combattendo insieme agli altri le farfalle che si librano nello stomaco.
A Dinterbild sembra che non si possa soffrire perché si dimentica tutto e il passato scompare. È un mondo empatico dove le vite sono intimamente connesse. Quelle di Vinpeel e Mune, per esempio, senza cui questa storia non sarebbe esistita.
(Peppe Millanta, Vinpeel degli orizzonti, Neo Edizioni, 2018, pp. 246, € 15.00)
LA CRITICA
Questa è una storia scritta sul mare. Con Vinpeel e la sua grande creatività, è ancora possibile immaginare un mondo più felice.
Comments