“Dark Adrenaline” dei Lacuna Coil
di Mirko Braia / 14 maggio 2012
Il nuovo anno inizia col botto. Avevamo ricevuto un avvertimento verso la fine del 2011, con l’uscita di “Trip the Darkness”, un anticipo del nuovo lavoro dei Lacuna Coil.
Dark Adrenaline è uscito il 24 gennaio 2012, esplodendo con tutta la carica che la band milanese gli ha saputo dare. A detta del gruppo stesso, l’ultima fatica può essere definita una sorta di sintesi di tutti i precedenti lavori. A distanza di tredici anni ormai da In a Reviere, il loro esordio, il sesto album dei Lacuna Coil (senza contare gli EP e il “best of” del 2009), segna inesorabilmente la loro completa maturazione.
Dopo anni di gavetta, dopo anni di lavoro passati insieme, dopo la “fuga” negli Stati Uniti per scalare le vette del successo, i ragazzi di Milano hanno saputo imporsi come uno dei gruppi italiani della scena metal più famosi al mondo. Il loro successo spazia infatti dal vecchio al nuovo continente regalando al nostro paese (una volta tanto) una pubblicità più che positiva almeno in campo musicale.
Volgendo l’attenzione al disco, Dark Adrenaline è assolutamente un concentrato di energia e potenza. Fin dalla traccia d’esordio, “Trip theDarkness”(come già detto il primo video passato in radio e televisione che anticipava l’uscita del nuovo album), si sente forte la carica soprattutto dalle due voci di Cristina Scabbia e Andrea Ferro che si intersecano alla perfezione. Il ritmo procede incalzante nelle successive “Against You”e “Kill theLight”, e, in realtà, non si prende mai pause fino alla sesta traccia, “End OfTime”: non una vera e propria ballad, ma sicuramente una canzone in cui emergono altri sentimenti ed emozioni rispetto a quanto sentito fino a questo momento. Ma i Lacuna Coil non ci lasciano nemmeno quattro minuti per rilassarci che subito le chitarre si rifanno cupe anticipando “I Don’t Believe in Tomorrow”, nella quale torna la forza dirompente a cui la band ci ha abituato. Proseguendo fino alla decima traccia troviamo l’unico brano di Dark Adrenaline non appartenente formalmente al gruppo. Parliamo della cover di “Losing My Religion”dei R.E.M., in cui comunque emerge forte l’identità dei Lacuna Coil attraverso un successo del passato trasformato in puro metal. Già in passato ci avevano abituato a idee simili con la cover di “Enjoy the Silence” dei Depeche Mode, e adesso come allora indubbiamente si può parlare di esperimento riuscito. L’album (dodici canzoni per circa quarantacinque minuti) si chiude con “Fire” e “MySpirit”, dove Andrea Ferri si concede un intermezzo in italiano con l’intento di ricordare la loro anima nostrana.
Al momento di tirare le somme il giudizio non può che essere positivo; e in questi momenti dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani.
(Lacuna Coil, Dark Adrenaline, Century Media Record, 2012)
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