Emmy Awards 2012: i vincitori

di / 24 ottobre 2012

Dopo aver fornito una panoramica sulla nuova stagione televisiva e sui primi consigli per la visione, è il momento di dare uno sguardo ai vincitori degli Emmy Awards 2012, i più importanti riconoscimenti riguardanti il mondo della televisione.

La cerimonia di premiazione, avvenuta come ogni anno al Nokia Theatre di Los Angeles, è stata presentata dal comico statunitense Jimmy Kimmel e ha visto la presenza di una lunghissima serie di artisti saliti sul palco per annunciare e ricevere le numerose statuette.

La serie che ha ottenuto maggiori soddisfazioni è stata una delle rivelazioni della passata stagione, Homeland, che racconta la storia di un marine americano liberato dopo anni di prigionia da parte di Al-Qaida e sospettato di essere passato dalla parte del nemico, diventando una minaccia per tutti gli Stati Uniti. Il programma, mandato in onda dal canale via cavo Showtime, ha scalzato dal trono Mad Men dopo ben quattro anni di dominio ed è stato il trionfatore della cerimonia, vincendo ben 6 premi tra le varie categorie; si è affermata come migliore serie drammatica e con un cast d’eccezione: Damian Lewis e Claire Danes, nei ruoli del sergente Nicholas Brody e dell’analista della CIA Carrie Mathison, sono stati eletti rispettivamente miglior attore e miglior attrice protagonisti. La conferma di queste scelte azzeccate sta anche nel premio per il miglior casting dell’anno, ricevuto alla cerimonia dei Creative Arts Emmy Awards (evento che precede di una settimana la consegna degli Emmy e che si sofferma su tutte le categorie che riguardano il lato prettamente tecnico e tutto quello che rientra nel “dietro le quinte” delle varie serie tv).

L’altro grande vincitore di questa edizione è stato sicuramente Modern Family, una creazione della coppia Lloyd e Levitan che si è confermata per la terza volta miglior comedy, portando a casa cinque statuette (stesso risultato del 2011). I grandi avversari, come The Big Bang Theory o 30 Rock, sono usciti sconfitti su quasi tutta la linea e solo in pochi casi c’è chi riuscito a spuntarla sul grande dominatore di questa categoria.

Prima di passare ai delusi di questo anno va menzionato Game Of  Thrones (in Italia Il Trono Di Spade), rimasto all’asciutto per il Primetime, ma vincitore di ben sei premi durante la cerimonia dei Creative Awards.

A questo punto bisogna obbligatoriamente nominare tutte le serie arrivate con grandi aspettative a questa premiazione ma tornate a casa a mani vuote (o quasi).

È il caso di American Horror Story con le sue 17 nomination all’attivo, uscita vincitrice con la sola Jessica Lange come migliore attrice non protagonista per una miniserie o film per la tv e il premio per le migliori acconciature nella sua categoria. Forse ancora peggio è andata all’emittente via cavo AMC, con ben 30 possibilità di portare a casa qualche statuetta con Mad Men (già migliore serie drammatica dal 2008, come già detto) e Breaking Bad, ma capace di prevalere solo grazie ad Aaron Paul (migliore attore non protagonista proprio in Breaking Bad) e gli zombie di The Walking Dead, valsi ai truccatori dello show il premio come migliore make-up.

Non ci siamo voluti soffermare su Game Change, dominatore tra le miniserie ed i film per la tv, un lungometraggio sicuramente più vicino agli americani rispetto a noi europei che ripercorre la corsa alle presidenziali del 2008 di John McCain contro Barack Obama, uscito poi vincitore ed eletto presidente degli Stati Uniti.

HBO ha colto nel segno portando a casa 5 premi (a cui si aggiungono i 4 vinti da Boardwalk Empire, di cui uno solo però era tra i Primetime Awards). Probabilmente AMC cercherà la sua “vendetta” per aver visto interrompere un regno incontrastato per così tanto tempo, forte di due armi come Mad Men e Breaking Bad  (senza contare un outsider come The Walking Dead), e a Homeland non resta che sfornare una seconda stagione (iniziata giusto qualche settimana fa) che confermi il successo della prima per evitare di essere destituito subito e per dimostrarsi così il degno erede sul trono delle serie tv americane.

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