“The 2nd Law” dei Muse
di Michele Zara / 5 novembre 2012
Il ritorno di Matt Bellamy e soci era qualcosa di molto atteso in questo 2012. La promessa di una svolta musicale senza precedenti e la buona riuscita di una delle canzoni dell'album come singolo apripista per le Olimpiadi di Londra (“Survival”), lasciava molto incuriositi sulla nuova prova in studio dei Muse.
Non è tutto oro quello che luccica. La famosa svolta sperimentale non è altro che un ripescaggio di suoni anni ottanta e varie sonorità rubate ad altre band, Queen e U2 in primis; un disco strano che sembra più una compilation di cover che un vero e proprio album.
Ci sentiamo comunque di salvare qualcosa: “Madness”, pur ricalcando molto gli U2, è un bel pezzo che sicuramente suonato dal vivo farà ballare e divertire grazie ai campionamenti dance che lo contraddistinguono. “Follow me” contiene il suono del battito cardiaco del figlio di Bellamy che, con l’aggiunta di una dolce melodia, resta una delle prove migliori del disco. “Animals” è la traccia che più riprende le vecchie sonorità della band e che, insieme ad “Explorers”, rende questo disco appetibile per i fan di vecchia data. Grazie all’ottima prova canora da parte del bassista Chris Wolstenholme, “Save me" è davvero una piacevole sorpresa: nel testo si possono rintracciare riferimenti autobiografici alla disintossicazione dall’alcool che rendono il brano ancora più coinvolgente.
I Muse con questo disco hanno provato a non essere i Muse, hanno cercato l’innovazione senza rendersi conto di quanto il loro sound fosse stato già in passato qualcosa di diverso per il rock e anche per il progressive.
Forse anche loro, come gli U2 ai tempi di "Pop", hanno voluto giocare con il loro sound, ma la band irlandese ha creato dal nulla un suono che ha fatto epoca.
Ai Muse non è rimasto altro che riempire i loro brani con innovazioni altrui.
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