Scripta Manent. Una nuova libreria del pensare indipendente.
di Sabatino Peluso / 5 dicembre 2012
Ieri 4 dicembre in via Pietro Fedele 54-56 è stata inaugurata la libreria Scripta Manent, un nuovo spazio per la realtà editoriale indipendente ricavato in un quartiere, l’Appio Latino, che di iniziative del genere «aveva fame», come ha testimoniato parte dei presenti all’evento.
Un progetto nato rapidamente, ci informano i due ideatori Lina Monaco e Maurizio Ceccato, che in meno di due mesi hanno radunato titoli scelti di un numero non tanto grande, ma ragionato di case editrici. Partendo da Hacca, e/o, :duepunti e passando per Piano B, minimum fax, 66thand2nd, L’orma e tante altre, avvertiamo immediatamente la voglia di effettuare una proposta precisa, di guidare alla scelta un lettore che, in uno spazio minimale e per nulla dispersivo, si orienta facilmente tra nomi noti e meno noti.
«Anche un solo segno fatto su un pezzo di carta rappresenta una scelta politica», spiega Ceccato, ed è per questo che in una realtà sempre più liquida, di cui il web è il primo stendardo, si sperimenta ancora lo strumento che rende questo universo tangibile: la carta. E Scripta Manent lo fa esponendo, ma soprattutto scegliendo l’indipendenza attraverso un procedere che guarda prima di tutto in se stesso, «al tanto che ancora c’è da esplorare sul versante comunicativo».
E la comunicazione, a Scripta Manent, arriva da ogni dettaglio, da ogni segnalibro poggiato, dalle cartoline che ci presentano il logo della libreria: un uomo in nero con colletto e polsini bianchi è legato a una sedia le cui gambe leggermente inclinate sembrano quasi non riuscire a reggerne il peso, ma ha ancora una mano libera per stringere la penna d’oca grazie a cui, chissà, riuscirà a scrivere e a liberarsi.
Al crocevia tra la biblioteca privata e il laboratorio di idee, il lavoro di Ceccato e Lina Monaco è anche un tentativo di essere un luogo di diffusione di idee e di proposte – rappresentato in prima linea dalla distribuzione di Watt, una delle realtà più interessanti nel panorama delle riviste letterarie –, aggiungendo una nota più profonda nella ricerca, dimostrando di voler dare spazio a chi per primo lo fa, incidendo sempre più sull’idea di andare verso strade forse rischiose, ma certo ancora libere.
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