“Apocalisse per principianti” di Nicolas Dickner

di / 19 febbraio 2013

A che cosa può essere paragonato il piacere di aver visto un film che ricorderemo per sempre o di aver ascoltato un brano musicale che vorremo risentire decine di volte? Probabilmente alla soddisfazione di aver letto un libro che ci coinvolge fino alla fine e parla a voce alta, ben chiara e diretta, efficace nel suo intento. Considerazione banale, ma da non dare per scontata, vista la sovente predilezione per la quantità indiscriminata di prodotti che consumiamo, compresi libri, pellicole cinematografiche e dischi musicali, a scapito della qualità del contenuto. Giunti all’ultima pagina di Apocalisse per principianti (Keller, 2012), la considerazione più spontanea che si possa fare è che, pur nel marasma indiscriminato di input che la nostra società globale ci vende a prezzi scontati giorno dopo giorno, è ancora possibile imbattersi in contenuti che valgano realmente il tempo che gli dedichiamo. È bello sentire qualcuno che ha qualcosa di diverso da dire. È bello sentire il modo in cui lo racconta Nicolas Dickner.

Giovane autore canadese francofono, già conosciuto e apprezzato internazionalmente per il pluripremiato romanzo d’esordio Nikolski (Voland, 2009), Dickner trae di nuovo spunto dalla sua fertile immaginazione per regalarci una storia insolita e divertente, splendidamente narrata e accattivante dall’inizio alla fine. Oltretutto, la scelta tematica dell’autore colloca consapevolmente il suo nuovo romanzo al confine tra passato e presente, in uno scenario postmoderno di fine anni Ottanta che nelle sue visioni disincantate e apocalittiche della realtà ha molti punti in comune con il mondo di oggi. Era un giorno dell’agosto 1989 quando Ronald Reagan aveva lasciato la Casa Bianca, la guerra fredda stava per finire e il muro di Berlino per cadere, ma in una piccola cittadina del Québec, chiamata Rivière-du-Loup, faceva solo un caldo da morire, la piscina municipale era chiusa per un guasto alle tubature e mancavano tre giorni all’inizio della scuola. Con il morale a terra in quelle condizioni, l’adolescente Mikey Bauermann, figlio di costruttori di cemento da generazioni, non si sarebbe mai aspettato di imbattersi in un incontro fortuito con la maniacale intelligenza e l’ingenua bellezza della giovane Hope Randall, appena trasferitasi in città con la madre per sfuggire a un’imminente apocalisse frutto della folle immaginazione di quest’ultima. Affascinato dalla genialità di questa ragazza fuori dalle righe, ma anche dalla sua fragilità e forza nel gestire il rapporto con una madre totalmente assente e instabile, l’adolescente medio di una città di provincia del mondo occidentale nell’era della televisione e della globalizzazione presta la sua voce (anche se non i suoi intimi pensieri) per raccontare un’incredibile storia d’amore, di formazione, ma soprattutto, di fiducia e condivisione che sopravvivono nel corso del tempo e a distanza di chilometri.

L’apocalisse quotidiana di Hope, la vera protagonista di questa storia, è quella di essere stata chiamata a gestire la scomoda eredità di una famiglia bizzarra che da generazioni fantastica su presunte date di una imminente fine del mondo e condiziona realisticamente la propria esistenza, riproducendo catastrofi o nascondendosi in rifugi sommersi da provviste di viveri. «Come diavolo avrebbe potuto Mary Hope Juliet Randall, fervente ammiratrice di David Suzuki, asso dell’algebra e della chimica molecolare, sottoscrivere queste tesi medievali?» La sua maturità le permette di affrontare questa deformazione della realtà quotidiana dandole il dono di usufruire della sua acuta curiosità per osservare e conoscere il mondo che la circonda. Mikey lo sa e adora passare il tempo in sua compagnia a tirare fuori uno dopo l’altro tutta una serie di aneddoti storici e scientifici o considerazioni di tipo documentaristico piuttosto che esistenziale. Quello che colpisce di Hope è proprio la responsabile e razionale osservazione e gestione della realtà. Fino a che una nuova consapevolezza si apre all’improvviso di fronte ai suoi occhi…

Apocalisse per principianti è una fonte ricchissima di idee, immagini e citazioni che vengono affidate a una lingua vivace, ironica e allo stesso tempo accurata. È un romanzo stravagante e magnetico, come lo sono i suoi protagonisti, che in più lascia quella piacevole sensazione di immaginare che, una volta arrivati alla fine, tutto debba ancora cominciare.

(Nicolas Dickner, Apocalisse per principianti, trad. di Silvia Turato, Keller editore, 2012, pp. 226, euro 14,50)

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