“Gli amanti passeggeri” di Pedro Almodóvar
di Francesco Vannutelli / 22 marzo 2013
Un ritorno colorato di psichedelia e sensualità quello di Pedro Almodóvar con Gli amanti passeggeri dopo i toni drammatici e venati di horror dei precedenti Gli abbracci spezzati e La pelle che abito.
Il volo 2549 della compagnia Península continua a volare in circolo sopra il cielo di Toledo da più di un’ora. È diretto a Città del Messico ma non può continuare la crociera per un guasto a uno dei carrelli di atterraggio: al momento della partenza la distrazione di due tecnici di pista (Antonio Banderas e Penélope Cruz in un divertito cammeo) ha lasciato uno dei “tacchi” di sicurezza a bloccare il ritiro automatico.
A bordo i passeggeri della classe turistica dormono narcotizzati per evitare il panico. I pochi presenti in business class – una nota dominatrice sessuale, un finanziere in fuga, un attore in declino, una giovane coppia dedita alle droghe in viaggio di nozze, una sensitiva “rabdomante di morti” e un killer che legge Bolaño – aspettano nervosi di capire cosa stia succedendo. Ad assisterli ci sono due steward e il responsabile di cabina Joserra, tutti e tre (evidentemente) omosessuali, mentre in cabina di comando il pilota, bisex e impegnato in una relazione clandestina con Joserra, e il suo secondo Benito attendono informazioni dalla torre di controllo. Qualcuno inizia a spazientirsi e Joserra è costretto a rivelare la verità dell’avaria. Si diffonde il terrore, si beve molta tequila, un giro di agua de Valencia corretta alla mescalina. Mentre il personale di bordo si impegna con canzoni e coreografie per distrarre i passeggeri dal pericolo, i sensi si risvegliano stimolati dalla droga e la passione, etero e omo, esplode finché via radio non arriva l’atteso via libera all’atterraggio d’emergenza.
Può essere visto come un’allegoria socio-politica, Gli amanti passeggeri. L’aereo (significativamente della compagnia Península, penisola, come la Iberica), sarebbe la Spagna, la panne la crisi, il volo l’incertezza economica che colpisce il Paese in rotta verso uno schianto o un atterraggio di emergenza. Ci sono riferimenti espliciti nel personaggio del finanziere, il dottor Más, il primo ad accorgersi dell’avaria, in fuga dall’accusa di bancarotta fraudolenta del suo gruppo bancario, nei simbolismi che relegano la classe media nel buio della turistica, all’oscuro dalla verità e ancora narcotizzata dalle illusioni dello zapaterismo, mentre nella business inondata di sole una variegata élite attende che l’equipaggio/governo ponga rimedio all’inevitabile.
Può essere visto, ancora, come un invito alla riscoperta del piacere come unico antidoto all’incertezza della vita e alla minaccia della morte. Di fronte all’orrore del vuoto solo l’oblio e la frenesia sessuale assistono e sollevano l’uomo, non la ragione. È l’uomo stesso, nella sua radice animale, l’unica catarsi possibile per l’uomo razionale. Solo lasciando esplodere le passioni l’uomo si può liberare dalle paure.
Può essere visto, infine, come un nostalgico ricordo della spensieratezza della Spagna dell’immediato postfranchismo, di quella movida madrileña che Almodóvar ha conosciuto dall’interno e che ha raccontato nei suoi primi film. Ce lo dicono i colori, il ritorno ad un ironico estremismo sessuale che ricollega il regista alle tematiche delle origini accantonate sul finire degli anni novanta. Ce lo dice anche Norma, la dominatrice sessuale, mentre sorseggia la sua agua de Valencia e ricorda che ne andava matta, negli anni ottanta.
Tralasciando le letture ulteriori, Gli amanti passeggeri è soprattutto una commedia dalla sessualità esuberante e sfacciata, senza mezze misure, irresistibile nella sua impertinente comicità. Partendo da un cliché narrativo già rodato (si pensi a L’aereo più pazzo del mondo, per rimanere sulla commedia, o al recentissimo Flight), Almodóvar si muove libero dai canoni di genere aggiungendo ingredienti a piacere presi dal dramma familiare, dal catastrofico, dal musical. Torna a divertirsi dopo anni, e film, di indagine sul passato e sulla morte, con la leggerezza irriverente di un tempo. Non provoca, non ne ha bisogno. Il suo mondo di droga e sesso è una semplice realtà di cui prendere atto, una folle variazione di normalità in cui nessuno si scandalizza. In terra come in cielo.
Straordinari, nella loro genuina gaiezza, i tre assistenti di volo Javier Cámara, Carlos Areces e Raúl Arévalo.
(Gli amanti passeggeri, di Pedro Almodóvar, commedia, 2013, 90’)
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