“Effetti collaterali” di Steven Soderbergh
di Francesco Vannutelli / 3 maggio 2013
A due anni di distanza da Contagion Steven Soderbergh e lo sceneggiatore Scott Z. Burns tornano a lavorare insieme in Effetti collaterali per un nuovo thriller che indaga sulle attività non sempre lecite delle grandi industrie farmaceutiche.
Emily è una giovane donna caduta in depressione dopo che ha visto il suo ricco mondo di benessere newyorkese crollare con l’arresto del marito Martin, finanziere finito in carcere per insider trading. Dal villone all’appartamentino in città il passaggio è traumatico, ma Emily spera che la prossima scarcerazione del marito possa giovare al suo stato psichico. Si sbaglia. Il giorno dopo il termine della pena, dopo la prima notte in compagnia del marito in quattro anni, la donna si schianta con l’auto contro un muro nel garage del suo ufficio. Un incidente, un tentativo di suicidio, in verità, da cui esce illesa ma che la porta a intraprendere un percorso terapeutico con il dottor Banks, giovane e ambizioso psichiatra che le inizia a somministrare psicofarmaci fino a trovare il medicinale perfetto, Ablixa. Apparentemente, le pillole la fanno uscire dalla depressione e le garantiscono una vita normale. Unica controindicazione: degli episodi di parasonnie, momenti di sonnambulismo in cui si dedica a preparare la cena per il marito, per sé, e per un misterioso terzo ospite. Un giorno Martin viene trovato morto accoltellato nell’appartamento. Tutti gli indizi sembrano condurre alla moglie, ma lei non ricorda nulla. Sarà il dottor Banks a scoprire la verità, rischiando la propria carriera e la propria famiglia.
È un thriller che funziona, Effetti collaterali. Ha tensione, ha ritmo, un argomento interessante e di costante attualità negli Stati Uniti (il consumo di psicofarmaci è abitudine socialmente accettata e in costante espansione Oltreoceano, in crescita anche da noi negli ultimi anni). Soderbergh e Burns, come già in Contagion (senza dubbio il film più vicino a Effetti collaterali nell’ormai ampissima produzione del regista), aprono una porta sul mondo enorme e intricato dell’industria farmaceutica, ma non vi entrano, si limitano a osservarne i movimenti dallo spiraglio che si è rivelato.
L’intento della coppia non è quello di fare una denuncia giornalistica, un’inchiesta sulle guerre tra i colossi della psicofarmaceutica e sui mezzi cui sono disposti a ricorrere per primeggiare sul mercato, ma di raccontare una storia che si intreccia con una realtà più grande di interessi finanziari e giochi borsistici.
Il dottor Banks interpretato da Jude Law non si lancia alla ricerca della verità sull’omicidio di Martin (Channing Tatum) per ribaltare i colossi, ma per difendere e riconquistare il proprio ruolo all’interno del mercato delle pillole con tutti i privilegi economici che ne derivano. Non ci sono eroi, Don Chisciotte o mulini ipotetici. Come già per il blogger di Contagion, il personaggio di Jude Law insegue un compromesso con la verità che possa fargli comodo, che possa essergli utile.
L’imperturbabile Emily Taylor di Rooney Mara, indecifrabile e fragile, soffre la perdita del livello sociale molto più che la detenzione del marito. L’amore non le basta per uscire dal letargo emotivo, così come non basta a Martin, che appena uscito di galera cerca subito il modo per recuperare il suo posto nell’alta società, per inserirsi, nuovamente, in quel mondo di affaristi che ha lasciato che l’autorità lo espellesse e che lo ha abbandonato non appena è finito in carcere. È la difesa e la lotta per il mantenimento dello status quo ad accomunare i tre personaggi. È la difesa e la lotta per il mantenimento dello status quo a determinare l’evoluzione dell’intreccio.
Finché non si perde nell’inutile risvolto saffico che determina e anticipa il forzato finale, Effetti collaterali mantiene le premesse proprie del thriller d’indagine affrontando una realtà mai sufficientemente dibattuta a Hollywood.
Il gelido e improvviso omicidio di Martin si inserisce, senza dubbio, tra le sequenze da ricordare.
(Effetti collaterali, di Steven Soderbergh, thriller, 2013, 106’)
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