“Statti attento da me” di Amleto De Silva
di Federica Imbriani / 11 maggio 2013
Statti attento da me (’round midnight edizioni, 2012), ex self published book, è un romanzo satirico che porta la firma di Amleto De Silva, anche noto come Amlo, nuovo alla scrittura dei romanzi, ma non alla scrittura in genere, in quanto già vignettista per Smemoranda, autore teatrale e satirico, nonché orgogliosamente blogger.
Nella miseria morale della periferia napoletana dei nostri giorni ci sono Antonio, Anna, Marco, Lucio, Opale, Gioggò, Michelone, Delli Colli e il magistrato Vegni, le cui vicende si intrecciano a tratteggiare i contorni di una contemporaneità marcescente, contro la quale l’autore si scaglia con rabbia e ironia.
In questo intreccio di storie, però, si fatica a trovare una struttura. Per quanto a conclusione del libro nulla sia stato lasciato non detto, non si può non evidenziare che l’architettura del romanzo, già corposo, sia piuttosto confusa. Man mano che la storia si sviluppa, dal tronco centrale della trama spuntano rami promettenti su cui non crescono frutti, mentre su altri meno accattivanti se ne innestano alcuni che, contorti, hanno bisogno di essere puntellati da personaggi che da secondari diventano principali e viceversa, spesso in maniera forzata.
Nel tentativo di rendere la vicenda più digeribile, infatti, i personaggi di De Silva, che nascono per essere delle rappresentazioni stereotipiche, tipi umani da stigmatizzare, non riescono a sollevarsi oltre la caricatura a dispetto di un incipit veramente interessante in cui, nel bel mezzo del momento più basso della loro vita, o almeno in uno dei meno brillanti, Antonio, Anna e Marco vengono colti (o mancano l’occasione per essere colti) da un lampo di perfetta autocoscienza in merito alla mediocrità delle loro esistenze.
Come il ruolo di alcuni personaggi, anche il genere letterario di riferimento sembra in evoluzione, tanto che alla fine del testo, quello che poteva essere il resoconto – intervallato da invettive ciceroniane e piagato da un linguaggio inutilmente volgare – di vicende verosimili, seppure sicuramente estreme, viene contaminato da elementi fantastici troppo ingombranti per essere metabolizzati solo come iperboli comiche.
Statti attento da me è un romanzo davvero osannato in rete, tanto che a dire: «Non mi è piaciuto» si rischia di passare subito da bigotti superficiali o, peggio, da femministe rosicone. La storia, infatti, è percorsa in tutta la sua lunghezza da una sottile misoginia che, per quanto orientata verso un particolare ideal-tipo di donna, è talmente inveterata da risultare, alla fine, parossistica.
In ogni caso, i primi sette capitoli del romanzo sono stati messi a disposizione gratuitamente dall’autore sul suo blog, e leggere è sempre il modo migliore per costruirsi la propria personale opinione.
(Amleto De Silva, Statti attento da me, ’round midnight edizioni, 2012, pp. 496, euro 10)
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