“Hiroshima e il nostro senso morale” di Paolo Agnoli
di Giacomo Sauro / 3 giugno 2013
Qualche settimana fa, complice la presenza sui quotidiani di tutto il mondo di alcune (quantomeno) avventate dichiarazioni di esponenti dell'esercito del Nord e di alcune (presunte) indiscrezioni da fonti militari del Sud, era tornata d’attualità, per mano di Kim Jong-un o di chi realmente tira i fili nell’imperscrutabile regime nordcoreano, la minaccia nucleare, vero e proprio spauracchio del secolo passato. A prescindere dagli sviluppi della questione asiatica, e senza pretese divinatorie, con Hiroshima e il nostro senso morale. Analisi di una decisione drammatica (Guerini e Associati, 2012) Paolo Agnoli risale all’origine della paura nucleare per esaminare il contesto in cui per la prima e unica volta è stata usata in un conflitto bellico la bomba atomica.
In particolare Agnoli vuole andare a fondo nel dilemma etico che ha circondato la decisione di utilizzare la bomba e che a distanza di decine di anni è ancora motivo di discussioni. È stato giusto progettare, costruire e usare quel tipo di arma, nell’unico fronte aperto rimasto, il Pacifico, col fine di terminare la guerra mondiale, pur essendo consapevoli della portata di un tale ordigno? Il concetto di etica utilizzato nel libro per rispondere al quesito lega il valore morale alle ragioni che le persone responsabilmente coinvolte sentono di poter approvare; è un’etica non vincolata a una proprietà intrinseca degli atti stessi ma che collega il grado di moralità ai motivi che i soggetti interessati in quel determinato tempo e spazio possono coscienziosamente approvare e giustificare.
Sostanzialmente la tesi di Agnoli è che, nonostante sia ritenuta quasi all’unanimità una fra le decisioni più aberranti di sempre, la scelta drammatica del presidente americano Truman di ordinare l’attacco nucleare alla città giapponese di Hiroshima il 6 agosto 1945 e poi tre giorni più tardi a quella di Nagasaki sia tutto sommato difendibile, in misura almeno maggiore rispetto ad altre decisioni prese durante lo stesso conflitto, come per esempio il bombardamento al fosforo da parte alleata di Dresda. Ferma restando la convinzione dell’autore che sia la guerra in sé il vero elemento da prevenire e condannare, la sua è un’argomentazione ordinata e ragionata che dimostra come, in caso di proseguimento della guerra nel Pacifico con i metodi utilizzati fino a quel momento, il bilancio dei morti del secondo conflitto mondiale (per via di una a quel punto probabile invasione americana del Giappone) sarebbe risultato maggiore rispetto al già enorme numero di perdite che si possono contare oggi.
Dopo un capitolo iniziale forse troppo tecnico sulla radioattività e sulla fissione nucleare, e superato lo scoglio di un sistema di rimandi bibliografici ibrido che non facilita ma appesantisce la lettura, il saggio affronta col giusto rigore e in modo sufficientemente esauriente i presupposti della realizzazione della bomba (interessante il capitolo che pone l’accento sui fisici coinvolti nel progetto) e le posizioni degli attori durante l’ultima fase del conflitto (nonostante una presentazione del nemico, i giapponesi, troppo stereotipata, tanto che il chiarimento con cui nella nota di chiusura l’autore tiene a sottolineare la civiltà e tolleranza che caratterizzano oggi il paese del Sol Levante rispetto all’aggressività e al militarismo dei primi decenni del ventesimo secolo ha il sapore dell’excusatio non petita), prima di arrivare alle riflessioni finali. Si tratta di un saggio scritto da un occidentale per occidentali, ma non per questo le conclusioni ne risultano inficiate: l’argomentazione è chiara e semplice da seguire, il peso è distribuito adeguatamente sulle varie parti e la logica guidata del contesto specifico, la vera impronta data sin dal principio al lavoro, viene seguita dall’inizio alla fine.
La penisola di Corea si affaccia proprio di fronte all’arcipelago giapponese, ma la situazione geopolitica e militare è tale che difficilmente una vuota prova di forza sarebbe giustificabile da qualsivoglia senso morale.
(Paolo Agnoli, Hiroshima e il nostro senso morale, Guerini e Associati, 2012, pp. 262, euro 21,50)
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