“Circo equestre Sgueglia” di Raffaele Viviani

di / 13 marzo 2014

Circo equestre Sgueglia, la prima commedia in tre atti di Raffaele Viviani, attore, commediografo e compositore napoletano vissuto nella prima metà del XX secolo, torna in scena dopo una lunga assenza dai palcoscenici teatrali per la regia di Alfredo Arias. Il regista, argentino naturalizzato francese, ha fatto una scelta particolarmente vicina sia alla sensibilità argentina sia alla tradizione partenopea e la messa in scena di questo melodramma fatto di grandi dolori e piccole storie che si svolge dietro le quinte del circo di Don Ciccio Sgueglia, si arricchisce di più di una contaminazione culturale e del vissuto dello stesso Arias.

«Davanti alla casa in cui abitavo con i miei genitori un giorno arrivò un circo molto povero, stoffe rattoppate con al centro i pali coni trapezi», racconta il regista presentando il suo lavoro, «all'esterno si potevano vedere, senza pagare, i volteggi di poveri acrobati. Qualche animale triste passeggiava senza comprendere questo paesaggio di desolazione. L'orso, la zebre, il dromedario asciugavano le loro lacrime sotto un sole opprimente».

Ambientata all’interno di un microcosmo fatto di stoffe rattoppate e quotidiana disperazione, tra carovane di case mobili, trapezi, cavalli e miseria, la storia ruota intorno alle figure di don Samuele e donna Zenobia, due clown, vittime dell’infedeltà dei rispettivi coniugi. L’uno e l’altra sono sciocchi che rifiutano la realtà anche quando è palese, sono ingenui innamorati che cercano inutilmente di porre rimedio alla passione altrui che li ridimensiona a livello di “danni collaterali”, sono l’oggetto della pena delle figure che li circondano e che con loro condividono un’esistenza di perenne precarietà, ma sono anche l’incarnazione della poesia fatta di castità, tenerezza e solidarietà nobili sentimenti capaci di elevare Pierrot e guadagnargli un posto a sedere sulla luna.

Il mondo del circo, il lavoro e la vita condivisi per mettere insieme lo spettacolo così come il carbone per accendere il fuoco e l’acqua per lavare i piatti e cucinare la pasta, esprimono, per Arias il legame tra gli esseri abbandonati dalla sorte. Nel circo i diseredati cercano rifugio in un’arte pericolosa per imparare a camminare sul filo che li tenga sospesi sopra la fame e la follia e, fatalmente, non riescono perché la fame e la follia sono bestie fameliche che prediligono pasteggiare con gli ultimi.

Circo equestre Sgueglia, produzione del Teatro stabile di Napoli e del Napoli Teatro Festival Italia, e vincitore del Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2013, è uno spettacolo validissimo e assolutamente da consigliare, in grado di alternare una comicità aperta e naturale, di cui Massimiliano Gallo è un interprete efficacissimo, a momenti intimistici, struggenti e indelebili come le espressioni di Monica Nappo. Quest’opera ci rimanda a un mondo che non c’è più, o che forse non c’è mai stato, preso in mezzo tra le due Guerre – Circo equestre Sgueglia ha debuttato al Teatro Bellini di Napoli nel 1922 – e di cui conosciamo, in fondo, solo il viso, così simile al Gastone di Alberto Sordi, qui indossato da Mauro Gioia interprete delle didascalie del testo e della maggior parte dei passaggi musicali.
 

Circo equestre Sgueglia
Testo e musiche Raffaele Viviani
Regia Alfredo Arias
Con Massimiliano Gallo (Samuele), Monica Nappo (Zenobia), Tonino Taiuti (Bagonghi), Carmine Borrino (Giannetto), Lorena Cacciatore (Nicolina), Gennaro di Biase (Bettina), Giovanna Giuliani (Giannina), Lino Musella (Roberto), Marco Palumbo (Don Ciccio), Autilia Ranieri (Marietta) e con la partecipazione di Mauro Gioia (Narratore)
Musicisti Giuseppe Burgarella (pianoforte), Gianni Minale (fiati), Flavio Tanzi (percussioni), Marco Vidino(chitarra e mandolino)

Prossime date
Roma – Teatro Argentina dal 4 al 23 marzo
Genova – Teatro della Corte dal 25 al 30 marzo
Parma – Teatro due 1 e 2 aprile

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