“Frida Kahlo” in mostra alle Scuderie del Quirinale

di / 21 maggio 2014

Le Scuderie del Quirinale ospitano fino al 31 agosto 2014 la prima mostra monografica organizzata in Italia su Frida Kahlo, in un progetto congiunto con il Palazzo Ducale di Genova. La mostra, curata da Helga Prignitz-Poda, ripercorre la vita artistica di Frida e i suoi contatti con i movimenti novecenteschi attraverso 130 opere provenienti da Messico, Europa e Stati Uniti.

Impossibile restare indifferenti davanti ai capolavori rivoluzionari di una delle donne più affascinanti del ’900, icona inconsapevole del femminismo contemporaneo, con i suoi baffi, le sue folte ciglia. Impossibile comprendere l’arte di Frida senza conoscere gli eventi drammatici che caratterizzarono la sua esistenza, senza aver conosciuto lo struggente amore che la consumò e il penetrante dolore fisico e mentale che la accompagnò durante la sua vita.

L’incontro con la pittura fu letteralmente fatale: in seguito a un incidente stradale che la obbligò a un lunghissimo periodo di convalescenza, iniziò a disegnare e dipingere autoritratti. Solitaria ed egocentrica scriveva nel suo diario: «Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio».

Le sue potenzialità si intuiscono sin dal bellissimo Autoritratto con abito di velluto (1926), dipinto a soli diciannove anni, per riconquistare Alejandro Gómez. Il matrimonio con Diego Rivera, il più importante pittore messicano dell’epoca, l’uomo a cui Frida fu legata tutta la vita da una passione travolgente, con il quale condivise oltre all’amore per la pittura anche la fede nel comunismo – la falce e il martello le ritroviamo disegnate anche sul corsetto che la castigò durante l’ultimo periodo della sua vita –, il viaggio negli Stati Uniti al seguito del consorte e le frequentazioni artistiche internazionali del periodo consolidarono il suo genio, permettendole di raggiungere una maggiore consapevolezza che si rivela completamente nel forte impatto icastico delle sue opere.
 


L’arte di Frida è contemporaneamente intima e realistica, simbolica e cruda, sempre sospesa tra due eccessi, tra la voglia di vivere e la morte, tra il dolore e la felicità, tra l’uomo e la donna. Frida attraversa i linguaggi avanguardistici del Surrealismo, del Modernismo messicano e del Realismo magico non perdendo mai di vista però le sue origini, le sue radici, valorizzando le tradizioni folkloriche e i costumi messicani.

I suoi quadri parlano, di solitudine, di dolore che attraverso la pittura riusciva a esorcizzare e sacralizzare come nel magnifico Autoritratto con collana di spine e colibrì del 1940. Questa collana le cui spine s’incuneano sotto pelle provocando profonde ferite e sofferenze non altera lo sguardo impassibile di Frida che, guardando avanti a sé, prosegue per la sua strada; fissando gli occhi dello spettatore ribadisce in quella sofferenza la sua dignità, la sua forza. La forza di sopportare. Il dolore fisico e i tradimenti di Rivera, che la devastarono più della malattia. Uomo grottesco ma carismatico e affascinante, Rivera riuscì ad ammaliare anche Cristina, la sorella di Frida. Dopo quest’ultimo tradimento lei decide di allontanarsi, ormai, distrutta come ogni osso del suo corpo. Scrisse: «Ho subito due gravi incidenti nella mia vita. […] Il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego».

La mostra curata da Helga Prignitz-Poda non si sofferma però in maniera morbosa sugli aspetti più intimi dell’artista messicana, si limita ad accennarli per rendere comprensibili le opere. Il percorso espositivo segue invece una linea cronologica, a cui si affianca la volontà di contestualizzare i dipinti, offrendo spunti e svelando fonti di ispirazione. Completano la mostra le celebri foto di Nickolas Muray dedicate a Frida ed esposte al piano superiore.
 


Frida Kahlo
a cura di Helga Prignitz-Poda
Scuderie del Quirinale
Fino al 31 agosto 2014
Qui maggiori informazioni.

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