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Libri

L’amaca rossa

di Daniela Mase / 13 aprile

“Avere dieci anni nel Maggio ’68, che fregatura!”. Questa frase è la sintesi migliore dell’avvincente romanzo di Jean-Luc Payen, “L’amaca rossa” , recentemente pubblicato da E/O.
I protagonisti del libro sono i tre fratelli Mochel, Luc, Mijoux e Liz, accomunati da una prorompente voglia di vivere.
Con una prosa leggera e mai noiosa Jean-Luc Payen ci racconta – probabilmente – la sua vita: la fanciullezza, l’adolescenza e la decisione di diventare scrittore.
L’alter ego dell’autore è Luc Mochel.
È un bimbo a Parigi dove si diverte, in compagnia dei fratelli e con gli amici del quartiere, nella fabbrica di clacson di famiglia. Ascolta i racconti di una nonna scampata al nazismo, che comprende lui e i fratelli meglio della madre, Sarah.
È un adolescente in Sud America, dove conoscerà l’amore, con Francy “Orange Jacket”, una misteriosa fanciulla, incontrata tempo prima in una località di mare, in Francia.
È un uomo, che fa ritorno a Parigi per iscriversi all’università fino a decidere poi di abbandonarla per diventare scrittore.
L’amaca rossa che lo accompagna in tutte le fasi della vita rappresenta il regno dell’equilibrio. La sua coperta di Linus, il classico oggetto che, al guardarlo, apre le porte mentali che portano al giardino dei ricordi.
La vita di Luc è direttamente felice: tutto ciò che fa gli va bene, lo rende appagato. Ma è anche indirettamente infelice: il compagno della madre, Georges, è un cafone prepotente, la sorellina Liz avrà un problema e il libro si chiuderà con un inatteso coup de théâtre.
È comunque vita. Il libro trasuda di essa. Ad animare ogni pagina ci sono episodi quotidiani che ci indicano l’autenticità delle storie, amalgamate in una scrittura leggera e delicata. Il libro è godibile. È come lo specchio di una vita che potrebbe essere tranquillamente la nostra.