Flanerí

Libri

“Cose da salvare in caso di incendio” di Haley Tanner

di Marianna Solari / 29 settembre

Un’affascinante, tormentata, poetica storia d’amore in chiave bambina. Un romanzo alla fragola, in cui talvolta finisce del sale.
Vaclav e Lena, i due giovani protagonisti del toccante romanzo d’esordio di Haley Tanner, Cose da salvare in caso di incendio, ci conducono per mano tra le pagine delle loro rispettive vite, piene di segreti e interiori «macchie particolari», svelando un legame profondo che va al di là del tempo e dello spazio.
Coetanei ed entrambi russi, giunti in America per scappare da una realtà fatta di stenti e povertà, l’uno con la famiglia al completo, l’altra con una misteriosa “non famiglia”.
Si incontrano all’età di cinque anni. Lui aspirante mago, «Vaclav il Magnifico», lei «Lena, la sua incantevole assistente». Il teatro dei loro intrecci è New York, precisamente Brooklyn, «vicino a Coney Island, che è un famoso posto di magia nella grande terra delle opportunità».
Vaclav, bambino brillante e ambizioso, bravo a scuola, con un inglese in continuo miglioramento, pieno di idee e sogni di ricchezza come prestigiatore. Lena, bambina introversa, taciturna, lenta nell’apprendimento, con le persistenti  consonanti dolci dal sapore russo, ma capace di «un sorriso che continua ad allargarsi» quando incoraggiata da Vaclav: «Noi due insieme siamo VacLena, una cosa sola».
Insieme faranno compiti, merende e passeggiate. Ma anche continui elenchi per i loro ambiti numeri di magia, stilati, poi arrotolati come pergamene e nascosti in uno  scrigno sotto al letto, così che Rasia, madre di Vaclav non li veda, in quanto lei «è arrivata dalla Russia perché Vaclav impari tutto sul mercato azionario, sui dollari, sull’imprenditoria americana», non certo perché sprechi il suo tempo e il suo talento in  magia.
Tra guanti bianchi, cilindri e luccicanti mantelli, i due trascorrono quattro anni in meravigliosa simbiosi. Anni descritti attraverso i veri occhi dell’infanzia: solo i bambini hanno una simile attenzione per i dettagli, per le forme, per i colori, per gli odori; solo loro riescono a cogliere ogni sfumatura e il significato più profondo di ogni minima smorfia; il loro è un mondo dai contorni variopinti, chiari, netti; un mondo puro ed entusiasmante che «profuma di fresco e pulito, come le finestre spalancate e lo shampoo»,e Haley Tanner riesce a raccontarcelo con maestria. Riesce a inzuppare nella meraviglia ogni metafora, ogni paragone, ogni resoconto, ogni stato emotivo, come fossero biscotti  a cui vuole infondere il gusto incantato dello stupore.
Dopo che dei tremendi eventi dividono Vaclav e Lena, neanche Rasia, «che è una donna grande e grossa e forte come se fosse fatta di patate surgelate», riuscirà ad arginare la loro voglia di rincontrarsi.
Nei loro fiorenti diciassette anni si rivedono. Quella ovattata e fortissima amicizia piena di favole, cede il posto a un grande amore: il primo, quello «che fa rumore nell’universo».Un amore però gravato da un segreto che da anni rende inquieta la vita di Lena, quella di Rasia e, di riflesso, quella di Vaclav.
Sarà Vaclav la chiave di volta. Lui restituirà a Lena la verità che da sempre andava cercando, quella sulle sue tante mamme. Sarà una verità filtrata, spolverata di zucchero, come è giusto fare per salvaguardare un’anima fragile.
Lo stile della Tanner cattura l’attenzione. I capitoli del romanzo sono suddivisi in piccoli paragrafi, anch’essi, come tutto il testo, costituiti da espressioni spontanee e originali, come fosse ogni volta un diario segreto in cui poter agilmente e curiosamente sbirciare.
In un’epoca frenetica, in cui tutto scorre veloce senza che l’umanità abbia il tempo di soffermarsi sulla bellezza delle piccole cose, questo romanzo assolve meravigliosamente il compito della letteratura, quello di emozionare: «Lei non sa bene se si abbracceranno o no, ma poi sì, si abbracciano, e poi sì, lei è in braccio a lui, ha i piedi staccati da terra e la faccia di lui fra i capelli, e ride, ride, ride (…), e restano così per sempre», come per “magia”.