Libri
“Sette note musicali” di Zoran Živković
di Chiara Gulino / 12 gennaio
Che sia diabolica oppure divinamente perfetta tanto da raggiungere i livelli delle armonie celesti, la musica rivela, nell’antologia di racconti dello scrittore serbo Zoran Živković intitolata Sette note musicali (Tea 2011, pp. 160, Euro 10), una potenza davvero straordinaria. I personaggi che si aggirano in queste sette “storie impossibili”, sette come le note musicali, varcano soglie, visitano dimensioni in cui le cose appaiono diverse non tanto perché davvero mutate quanto perché le vedono con altri occhi. Affiorano ricordi, sogni, premonizioni da un “oltre” parallelo.
La musica smuove. Abbatte barriere di incomunicabilità come nel caso del piccolo Philip, il bambino autistico protagonista nel primo racconto “Il sussurro”. Suscita inquietudine. Se in Tolstoj la sonata a Kreutzer di Beethoven, eseguita da un giovane violinista, scatenava la gelosia del ricco possidente russo Pozdnišev, nell’episodio de “Il violinista” un vecchio professore malato e moribondo ritorna con la mente a quando, all’età di quindici anni, in una cittadina del Nord Italia, al suono delle note di un violino cadde in un’estasi che lo portò a conoscere il mistero dell’universo: «Il violino cominciò a creare forme sonore che si inserivano alla perfezione negli spazi vuoti. Ogni pezzo rappresentava una rivelazione singolare: meravigliosamente elementare, magnificamente complesse, magicamente incredibile, follemente inaccettabile». La musica porta dunque a un livello di conoscenza superiore. Oppure è in grado di dare all’animo umano un nuovo impulso di creativa vitalità come nel caso del signor Adam, neo pensionato de “Il puzzle”.
I protagonisti delle storie di Živković sono personaggi ordinari, un medico, una bibliotecaria, un vedovo, una zitella, un pensionato, un vecchio professore, un liutaio suicida, che si trasformano al suono di una melodia, di un antico organetto o di un carrillion e vengono trasportati in situazioni surreali in cui la realtà spazio-temporale viene deformata.
Sette note musicali è il terzo libro tradotto in italiano dell’autore serbo, insegnante di scrittura creativa a Belgrado dal 2007, dopo L’ultimo libro e l’altra raccolta di racconti Sei biblioteche. Fa parte di una serie di dieci romanzi a mosaico nel quale il collante è la letteratura. Questo è il primo dedicato a un’altra arte, ossia la musica.
Considerato il “nuovo Borges”, Živković, con una scrittura eminentemente evocativa, regala ai suoi lettori “storie impossibili” dai risvolti filosofici ed esistenziali, non di puro intrattenimento bensì di dolorosa riflessione. Hemingway ripeteva spesso che si possono scrivere ottimi romanzi con parole da cento dollari, ma che la cosa davvero meritevole è scriverli con parole da venti centesimi. Ci sono scrittori che danno il meglio di loro ricorrendo al breve respiro del racconto, economizzando negli espedienti narrativi senza rinunciare a ritmo e densità. Senza scomodare paragoni importanti che farebbero arrossire al solo sentirli pronunciare, possiamo dire che Živković è uno di questi.
(Zoran Živković, Sette note musicali, trad. di J. Mirkovic e E. Boscolo Gnolo, Tea, 2011, pp. 160, euro 10)