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Il futuro dei Reader?
di Roberto Inversa / 26 gennaio
Proprio oggi, su Twitter, ho avuto uno scambio vedute circa l’esperienza di lettura su schermo retroilluminato e su schermo a inchiostro elettronico. Qual è la migliore? Quale stanca, invece, di più?
Sembra che la risposta a queste domande sia determinante, per molti, nella scelta di quale dispositivo acquistare per i propri eBook. Ovviamente, siamo qui per illustrarvi i pro e i contro di entrambe le tecnologie.
Schermi retroilluminati: si dia loro qualsiasi nome altisonante, che nasconda le più svariate tecnologie (LED, AMOLED, etc.), questi display non risolvono l’annoso problema dell’affaticamento oculare. Stare davanti al computer (in via ormai generale, si dice ancora così) stanca. E, per quanto ci siano in giro articoli e studi che dicano il contrario (usare un iPhone 4s avrebbe diminuito la presbiopia all’autore di questo articolo su Forbes), leggere su questo tipo di schermi può risultare scomodo, fastidioso, stancante. Bisognerebbe abituarsi a regolare la luminosità: alta non significa necessariamente migliore. È importante anche la risoluzione: la tecnologia sta pian piano raggiungendo quella della carta, ma la strada è potenzialmente lunga. Diciamo solamente che la differenza tra l’attuale iPad 2 e quello che forse sarà il Retina Display del futuro iPad 3 (ma sono solo rumours) dovrebbe farsi sentire non poco.
Schermi e-Ink: niente da dire, la leggibilità è migliore. È migliore nonostante il contrasto bianco/nero sappia di carta di giornale vecchia e sporca, nonostante non esistano colori e la scala di grigi porti soltanto al primo piano. Ma è migliore anche perché la risoluzione si avvicina già molto a quella della carta, quindi praticamente alla massima visibile dall’occhio umano. E soprattutto perché ripropone in maniera quasi ottimale l’esperienza di lettura su carta. La stessa esperienza del buon vecchio libro. Una tecnologia già perfetta di suo, come ci ricorda il prof. Eco.
E allora perché continuiamo a parlare di eBook, multimedia, ipertesto? Per lo stesso motivo per cui l’inchiostro elettronico offre, ad oggi, un’esperienza di lettura migliore dei display retroilluminati: perché i primi “copiano” la carta, e lo fanno bene, mentre i secondi hanno bisogno di un’iniezione di novità che ancora stentano a offrire in maniera completa e sistematica. Ripropongo, qui, il discorso sulla lettura digitale, la lettura a schermo: lo spazio della scrittura, come ci dice Jay David Bolter, varia del tutto dalla carta allo schermo, e non si può portare il contenuto dello spazio cartaceo nello spazio digitale senza stravolgerlo.
Per questo, oggi, e-Ink batte display. Per leggere un classicolibro, ovviamente.
E domani?
Mirasol, azienda di display, inizia a commercializzare i propri schermi e-Ink a colori. Abbiamo visto come al CES di Las Vegas, la scorsa settimana, sia stato presentato un prodotto di questo tipo: eReader a colori, con sistema operativo Android e la possibilità di avviare animazioni e contenuti video con la stessa fluidità di un display “normale”.
Analizziamo con cura cosa davvero rappresentano questi dispositivi, poi diremo quanto potrebbero cambiare in futuro le nostre abitudini.
C’è da dire innanzitutto che la tecnologia e-Ink di Mirasol è ancora molto giovane.
Il contrasto dei colori rimane abbastanza scarso: la pagina sembra sbiadita e, in un certo senso, sembra di avere ancora a che fare con una pubblicazione antica. Fatta salva la risoluzione delle immagini e dei testi, comunque ottima, lo scarso contrasto influisce non poco sulla qualità di quanto viene visualizzato dal lettore. Inoltre, la reattività dello schermo touch non sembra aver raggiunto, a giudicare dai video disponibili su YouTube, i livelli dei prodotti più diffusi (quelli di Apple e di Samsung su tutti) ma, in fondo, gli standard di qualità non sono così alti nemmeno tra i prodotti a cristalli liquidi di fascia media. Per ora, la reattività “vera” appartiene solamente ai grandi nomi (e neanche sempre, anche nella stessa azienda spesso la qualità delle tecnologie touch si differenzia in base alla fascia di prezzo). In ultimo, i tempi di refresh. Precisiamo: parlare di refresh è inesatto. In base alla tecnologia Mirasol, non è tutta la pagina che cambia, ma solo la parte interessata. In teoria, lo spostamento delle particelle che compongono lo schermo a inchiostro elettronico dovrebbe avvenire con una tale rapidità e fluidità da risultare invisibile e potenzialmente continuo. In questo modo è possibile vedere contenuti video e interagire con il libro. Ma questo refresh “ottimizzato” risulta, in verità, ancora un po’ scattoso, soprattutto nei video.
I margini di miglioramento sono ancora ampi, ma il salto da uno schermo e-Ink in bianco e nero a questo prodotto da Mirasol è veramente incredibile. La novità più interessante riguarda invece il sistema operativo.
Integrare Android, seppure nella versione 2.2 ora che la 4.0 è alle porte, significa portare gli eReader a livello dei tablet. Con le conseguenze che sono ovvie a tutti: da una parte il dominio incontrastato dei sistemi operativi mobili (iOS, Android, e il futuro Windows 8), dall’altro la definitiva apertura anche dei dispositivi oggi più limitati al mondo digitale, senza frontiere. Scroll, video, animazioni, interattività… user experience a 360 gradi su ogni dispositivo! E questa, una volta ottenuta, difficilmente lascia tornare indietro (in senso cronologico, non qualitativo – non giudichiamo mai il libro cartaceo come “peggiore” del libro elettronico, solo ontologicamentediverso).
Per il nostro discorso tutto ciò significa che anche i dispositivi a inchiostro elettronico si troveranno costretti ad abbandonare la metafora della carta, e a ripiegare su soluzioni differenti, più innovative, più digital-oriented, se mi si permette l’espressione. I tempi in cui l’eBook è solamente un adattamento del cartaceo stanno, forse, per finire. Quale sarà la tecnologia atta a farci visualizzare quello che verrà è tutto da vedere, sceglierà il mercato il nuovo standard.
Voi per chi fate il tifo?
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