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Note di mercato dopo IfBookThen
di Roberto Inversa / 10 febbraio
L’evento organizzato da BookRepublic è finito, sul Web se ne è parlato molto e su Twitter i link e le discussioni ancora imperversano. Tutto ruota intorno a queste parole chiave:
«Velocità, qualità, metadata, prezzo, reperibilità, social reading, esperienza di acquisto e di lettura, self-publishing, elefanti e, naturalmente, libri ed editoria».
Marco Ferrario
La velocità è quella con cui sta crescendo il mercato dei libri elettronici in Europa, ma anche nel resto del mondo: negli USA gli eBook arrivano a coprire il 20% del mercato, e le percentuali sono destinate a crescere. Tutto ciò è anche dovuto alla penetrazione degli eReader e dei tablet, la cui diffusione nei prossimi cinque anni dovrebbe crescere in modo esponenziale.
L’indagine di A.T. Kearney, presentata dal CEO di BookRepublic, pone un problema che pare non aver avuto molto seguito nelle discussioni di cui si è detto: le vendite di eBook tolgono spazio al mercato cartaceo?
Questa è la classica questione che si pongono gli editori al momento di decidere se passare o no a una produzione digitale: e se poi non si comprassero più i libri di carta? Un timore simile può essere comprensibile, soprattutto a fronte dell’investimento iniziale che richiede la stampa di una tiratura, seppur minima. Tuttavia, penso (e lo ripeto sempre a chiunque mi ponga la stessa domanda) che un lettore che sia passato al digitale (qui un sondaggio che, con orrore dei più, conferma quanto sto per dire), difficilmente torni sui propri passi riprendendo a fare acquisti cartacei, a meno di non trovare a disposizione in formato eBook un testo di cui abbia forte necessità. Che cosa significa? Che per gli editori che non producono eBook quei lettori sono persi a prescindere, e le copie a essi “virtualmente” destinate per la stampa comunque invendute.
Un’altra piccola nota sul mercato dei libri elettronici: ciò che risulta da molti degli interventi avuti durante IfBookThen è soprattutto la necessità di una progettazione specifica per gli eBook, che non andrebbero semplicemente convertiti a partire dal file utilizzato per il cartaceo. Ne ha parlato Peter Meyers, che ha così posto l’accento sulla scarsa qualità dell’offerta oggi presente sul mercato. Su Wuz riassumono così:
«Scarsa cura del layout della pagina, assenza di collegamenti ipertestuali, note, contenuti extra, poco intelligente articolazione degli indici, pagine di copyright che hanno il solo effetto di infastidire il lettore e di condizionare negativamente la sua esperienza di lettura. Tutti elementi che rivelano che non c’è ancora l’idea di eBook come prodotto diverso dal libro cartaceo, che non sia la sua banale trasposizione in formato digitale».
Sandra Bardotti
Un lavoro redazionale in questa direzione, nonché una maggiore cura, da parte dell’editore, dei rapporti con i lettori e con gli autori (presenza sui social network, trasparenza dei dati di vendita, servizi, etc.) significherebbero incrementi nelle vendite e maggiore soddisfazione da parte del lettore:
«La presenza di metadati avanzati (descrizione lunga e breve, biografia dell’autore e review) nella scheda prodotto fa aumentare mediamente le vendite del 55% rispetto ai prodotti in cui nessuno di questi elementi è presente».
Jonathan Nowell
Chi sta andando in questa direzione? Si dice il peccato, ma non il peccatore, e questi (in senso lato) sono davvero pochi, per ora.
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