Libri
“La compagnia del corpo” di Giorgio Falco
di Sergio Baiocchi / 16 aprile
C’è il corpo di Alice: cento chilogrammi o poco oltre di disagio e di noia. Poi c’è il corpo di Lucy: dieci chilogrammi, taglia piccola, pelo corto bianco e nero. Lucy è il cane della mamma di Alice. Vivono tutte e tre in via Prati Nuovi a Cortesforza, dopo che il padre, commerciante di merendine, ha deciso di abbandonare la famiglia scappandosene chissà dove. E poi c’è Diego, il ragazzo di Alice, e la sua compagnia di coetanei ventenni persi dietro a rituali di gruppo e mode passeggere. Alice e il suo corpo, i suoi problemi, la sua inadeguatezza che si trasformerà in crudeltà inutile verso il povero cane massacrato e filmato, un pomeriggio di una domenica di provincia.
La compagnia del corpo (:duepunti edizioni), di Giorgio Falco prende spunto da una storia vera occorsa qualche anno fa dalle parti di Pordenone: una giovani coppia aveva ucciso a bastonate il cane della mamma di uno dei due registrando con il telefonino l’orribile atto, per vantarsene poi con gli amici.
L’autore sviluppa la storia penetrando la psiche della protagonista femminile, Alice, il suo disagio giovanile, il suo essere e sentirsi grassa, inadeguata e abbandonata. Tutto questo malessere si sconta con la noia più nera che diventa assenza di stimoli e di vivacità. Ed è da apatie di tal genere che nasce il nuovo “museo degli orrori”: la crudeltà diventa passatempo, intrattenimento, occupazione momentanea. Poco importa che si parli di vittime umane o canine: non vi è certezza che chi uccide un quadrupede a bastonate sia, poi, in grado di frenare la sua violenza davanti a un uomo. Il delitto di Novi Ligure o le Bestie di Satana ne sono una riprova.
Giorgio Falco, in poco meno di cento pagine, riesce a darci uno spaccato dell’animo umano, torbido e molesto, che viene fuori pagina dopo pagina, parola dopo parola, lentamente, con maestria: Alice da vittima diventa carnefice, senza motivo, lasciando il lettore attonito, quasi spaesato.
La compagnia del corpo è un piccolo segnale, un lampeggiante nell’oscurità: da attento osservatore della monotonia quotidiana quale è, Falco ci dà uno spunto da cui iniziare a riflettere, per capire. E sembra quasi voler dire al lettore: «Chi ha orecchie per intendere, intenda».
(Giorgio Falco, La compagnia del corpo, :duepunti edizioni, 2011, pp. 93, euro 6)