Cinema
“Io e lei” di Maria Sole Tognazzi
L’amore normale di due donne
di Francesco Vannutelli / 29 settembre
Arrivata al quarto film da regista, Maria Sole Tognazzi conferma due aspetti fondamentali del suo cinema. Da un lato, l’indagine sui sentimenti e la loro potenza, emersa in tutta la sua evidenza dall’opera seconda L’uomo che ama, dall’altra lo sguardo su figure femminili che possono essere definite atipiche per lo stile narrativo del cinema italiano: forti, autonome, indipendenti, e proprio per questo assolutamente normali.
Dopo le diverse solitudini di L’uomo che ama e Viaggio sola, Tognazzi ha aperto il suo cinema alla coppia. Una coppia diversa nelle premesse perché formata da due donne, ma normalissima nell’affrontare i problemi del vivere insieme che arrivano a un certo punto della vita individuale e condivisa, quando gli anni iniziano a non essere più pochi e l’orizzonte del futuro inizia a fare sempre più paura.
Federica e Marina stanno insieme da cinque anni. Hanno i loro lavori, i loro passati e un presente da costruire ogni giorno. Marina era un’attrice, ma ha smesso per tornare al mestiere di famiglia nella ristorazione. È sempre stata omosessuale e non ne ha mai fatto mistero. Federica invece ha avuto un marito e un figlio diventato ormai adulto. È stato proprio quando il suo matrimonio stava per crollare che ha conosciuto Marina e si è innamorata. Non si è mai detta lesbica, semplicemente ha incontrato una persona da amare. Un giorno nella vita delle due donne si intromette un uomo arrivato dal passato di Federica che farà cambiare alcune certezze e le porterà a un momento di crisi.
Gli opposti si attraggono, si dice. Marina e Federica, in comune, hanno solo il genere sessuale e quello che l’amore le ha portate a costruire negli anni. C’è la complicità dell’intimità, c’è la sopportazione reciproca e il sostegno, e c’è la normalità totale del quotidiano da tollerare e assaporare ogni volta. Parlando di una coppia di lesbiche di mezza età, Maria Sole Tognazzi riesce a parlare di amore universale, dell’amore contemporaneo che come tutto il resto conosce forme di precarietà sempre nuove, senza un oggi in grado di diventare per sempre ma che ogni volta va consolidato. In fondo, Federica, il personaggio di Margherita Buy, non gay ma innamorata dell’altra, rende il tema del film universale: non si tratta (solo) di una preferenza di genere, si tratta di una scelta di persona, amare qualcuno per quello che è, indifferentemente dal sesso.
La forza fondamentale di Io e lei è in questo, nel saper parlare dello stare insieme con spontanea autenticità. La totale diversità di Marina e Federica le rende indivisibili più di quanto loro stesse se ne rendano conto, in quell’amore unico e assolutamente normale che vivono gli esseri umani da sempre.
C’è parecchia commedia, in Io e lei, e questo tiene lontano il confronto con l’approccio, molto più inclinato verso il dramma, di Ferzan Ozpetek, uno dei pochi registi in Italia a trattare abitualmente il tema dell’amore omosessuale, ma non è una commedia farsesca farcita di cliché come quella, per fare un esempio recente, del terrificante Non c’è 2 senza te visto lo scorso anno, ma una commedia sentimentale raffinata e intelligente, mai stereotipata.
A dare una spinta ulteriore sono le interpretazioni delle due protagoniste. Semplicemente perfetta Sabrina Ferilli, che attinge aa tutta la sua romanità per creare un personaggio unico, meno esplosiva Margherita Buy (verrà detto che fa sempre lo stesso personaggio in ogni film, non date retta) ma comunque perfettamente credibile. La loro è una coppia di perfetta credibilità, unita da quell’amore che non è passione ma è bisogno. Il lusso è nei personaggi di contorno, nel sempre bravissimo Ennio Fantastichino (il marito di Federica) soprattutto, che sanno dare quel qualcosa in più. La scrittura, curata dalla stessa Tognazzi con Ivan Cotroneo e Francesca Marciano, restituisce una quotidianità verosimile, una brillantezza autentica. Peccato solo per quei difetti di messa in scena che troppo spesso tendono ad appiattire i film italiani su livelli produttivi degni della fiction televisiva.
(Io e lei, di Maria Sole Tognazzi, 2015, commedia, 97’)
LA CRITICA - VOTO 7/10
Maria Sole Tognazzi prende un tema potenzialmente complesso e rischioso come una relazione omosessuale e riesce a parlare di amore universale con il sorriso dolce della commedia migliore. Per farlo, si affida ad attrici in grandissima forma che si liberano dal rischio più grande che potessero correre, quello della inautenticità, sin dal primo comparire insieme sullo schermo.