Cinema
“Now You See Me 2” di Jon M. Chu
La magia perde il brivido ma resta il divertimento
di Francesco Vannutelli / 7 giugno
Dopo il successo del primo film, tornano i quattro maghi cavalieri in Now You See Me 2, seguito del fortunato film del 2013 diretto da Louis Leterrier che fece parlare molto di sé per l’originale capacità di fondere insieme commedia, azione e thriller con l’aggiunta dell’ingrediente unico della magia.
I protagonisti tornano tutti, da Jesse Eisenberg a Mark Ruffalo, con Woody Harrelson, Dave Franco, Michael Caine e Morgan Freeman. Non c’è Isla Fisher, incinta al momento delle riprese, sostituita dalla Lizzy Caplan di Masters of Sex come nuovo Cavaliere, e c’è Daniel Radcliffe, che torna in un film di magia anni dopo essere stato Harry Potter, non più mago ma scienziato. Leterrier lascia la regia per la produzione esecutiva e al suo posto dietro la macchina da presa arriva Jon M. Chu, noto soprattutto per il cinema più caciarone di Step Up e G.I. Joe e per il recentissimo flop di Jem e le Holograms.
Il primo Now You See Me arrivava al cinema al culmine di un periodo di grande successo di cinema sulla magia. C’erano stati The Prestige dei Nolan, The Illusionist con Edward Norton e tutta la saga di Potter, anche se lì il livello si spostava verso il fantasy puro. Il film di Leterrier arrivava a spiegare i trucchi del mestiere al pubblico, rivelando i meccanismi dell’illusione in una struttura narrativa che già di suo era un inganno per lo spettatore.
Questo Now You See Me 2 parte un anno e mezzo dopo il primo film. I Cavalieri si sono dovuti nascondere dopo aver rapinato il miliardario Arthur Tressler ma continuano a organizzare i loro furti a metà strada tra criminalità e spettacolo. Insieme all’agente dell’FBI Dylan Rhodes, che si è rivelato come quinto Cavaliere, preparano un numero per smascherare il colosso dell’informatica OCTA che intende lanciare sul mercato un nuovo cellulare in grado di rubare tutte le informazioni agli utenti.
Come abbiamo detto, la qualità più grande del primo film era quella di sorprendere lo spettatore portandolo fuori strada esattamente come fa un grande prestigiatore. La verità è sempre lì sullo schermo, eppure non si vede. Mark Ruffalo, in questo, era il migliore dei maghi, capace di confondere tutti nei doppi panni dell’inseguitore imbranato e dell’ispiratore occulto. Now You See Me 2 prova a replicare la stessa struttura di meraviglia ma come capita spesso con i sequel che non possono essere nient’altro che superflui finisce per insistere sugli stessi meccanismi radicalizzandoli in una ripetizione che non riesce a centrare quello stesso bersaglio azzeccato da Leterrier.
Tutto sommato, nessuno sentiva il bisogno di un seguito per Now You See Me che era un film compiuto e andava bene così com’era. Certo, il successo del botteghino ha spinto all’invenzione di un seguito – e inevitabilmente ce ne saranno altri–, ma, come succede spesso, si è perso di vista l’essenza del primo film. C’era un giallo, c’era la commedia e c’era l’azione. Il colpo di scena finale garantiva la presa sul pubblico, riuscendo a far dimenticare anche le ripetizioni e i passaggi più deboli.
Now You See Me 2 ripete in una versione ingigantita i meccanismi del primo. Cercando di espandere a livello internazionale il successo del primo film, i quattro Cavalieri sbarcano a Macao per cercare di aggiudicarsi una fetta del mercato cinese che al momento è il più ambito dalle grandi produzioni di Hollywood. La meraviglia non c’è più, i colpi di scena diventano ridondanti e il carisma dei personaggi si disperde in una confusione generale di inseguimenti, identità ambigue e trucchetti di prestidigitazione.
Lo spettacolo non manca, come è ovvio che sia, ma quella capacità di sorprendere lo spettatore è rimasta da un’altra parte, nascosta nel primo film.
(Now You See Me 2, di Jon M. Chu, 2016, azione, 129’)
LA CRITICA - VOTO 5,5/10
Sequel non necessario del fortunato film del 2013, Now You See Me 2 prende i meccanismi del suo predecessore e li ripete in una versione ingigantita è confusa. È come vedere per una seconda volta i trucchi di un prestigiatore: il divertimento c’è sempre, ma manca l’illusione.