Libri
“Alfabeto Mondo – Romanzo abbecedario” di Tito Pioli
Un libro portentoso
di Simone Innocenti / 25 luglio
Un sovversivo, per certi versi esiliato dalla scena culturale. Uno che ha avuto la menzione al Premio Calvino lo scorso anno e uno che ha scritto racconti per Guanda e per Giulio Perrone Editore ma che decide di non fare troppo clamore.
Tito Pioli è uno che si definisce narratore, perché a lui la parola romanziere o scrittore sta in effetti stretta assai. E in questo suo modo – tutto schivo e tutto riservato – c’è per la verità un poeta che decide di farsi da parte. Un po’ per osservare il mondo, un po’ perché questo mondo non gli appartiene.
Alfabeto Mondo – Romanzo abbecedario (Diabasis, 2015) è un libro portentoso. Recita la quarta di copertina: «Il giovane Mammamia, innamorato di Alessandra la buddista, non può sollevarsi dal letto. Un grave incidente gli impedisce di muovere il corpo. Il suo mondo è una piccola camera, le voci sono quelli dei vicini di casa che arrivano dalla finestra. Il tempo è quello passato nella lettura di un abbecedario. Giorno dopo giorno, mentre la madre ne sfoglia le pagine, Mammamia può contemplare le lettere dell’alfabeto, ricostruendo con esse i diversi particolari di un mondo mai vissuto: gli alberi, la notte, i giocattoli, i suoni. Il risultato è un repertorio di immagini straordinarie, dolci, tristi, malinconiche».
La quarta di copertina non dice, però, che il romanzo – ambientato a Lucca – è il grimaldello narrativo necessario a Tito Pioli – uno che sta sempre e comunque dalla parte dei deboli – per portare la grammatica ad annullarsi, per riempire ogni lettera dell’alfabeto con l’emozione di chi impara a compitare attraverso l’emozione, di chi scandaglia l’animo umano attraverso la bontà. Le voci di questo abecedario diventano così una specie di stazione della Via Crucis, qualcosa che si legge solo se animati da pietas cristiana, anche se la prospettiva è quella del ribaltamento anarchico.
Diario, antiromanzo, cahier de doléance, raccolta di mini-racconti: questo lavoro di Tito Pioli si pone nella scia dei poeti italiani, della grande poesia italiana e delle opere monumentali dei grandi narratori europei.
Tito Pioli è uno che scrive ancora come si faceva un tempo, usando la penna e annotando tutto su fogli. Lo fa perché forse c’è una sacralità della parola che – ci ricorda – deve essere coltivata e preservata: anche per questo motivo Alfabeto mondo è un libro insostituibile. Al quale si spera che, molto presto, si aggiunga un secondo tassello.
(Tito Pioli, Alfabeto Mondo – Romanzo abbecedario, Diabasis, 2015, pp. 176, euro 15)
LA CRITICA - VOTO 8/10
Un romanzo che è si fa parola e una parola che si fa romanzo. Una grammatica che si fa cuore e un cuore che si fa grammatica.