Cinema
“Boston – Caccia all’uomo”
Gli attentati della maratona di Boston ricostruiti a quattro anni di distanza
di Giovanni Belcuore / 21 aprile
La Hollywood di oggi è costellata di registi che con il proprio lavoro costruiscono un discorso filmico imperniato attorno a temi, concetti e idee riconoscibili e ricorrenti. Peter Berg, classe 1964, un passato da attore, ha intrapreso un percorso tutto suo.
Dopo The Lone Survivor in cui si raccontava la vera vicenda del Navy SEAL Marcus Luttrell, e dopo Deepwater – Inferno sull’oceano, in cui veniva ricostruito il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, con Boston – Caccia all’uomo, raccontando i tragici avvenimenti della maratona di Boston del 2013, Berg dimostra di focalizzare la propria attenzione sulla ricostruzione di storie e fatti della recentissima cronaca statunitense. È sicuramente una strada difficile che dimostra un’eccellente sensibilità per l’attualità, oltre che una rapidità nella realizzazione delle sue opere di cui, molto spesso si occupa anche della scrittura.
Il 5 aprile 2013, durante la maratona di Boston, un ordigno rudimentale, ricavato da una pentola a pressione, esplode uccidendo tre persone. Nei quattro giorni seguenti all’attentato, la città di Boston si impegna in una serratissima caccia all’uomo che si concluderà con la cattura degli attentatori. Attraverso gli occhi del sergente Tommy Saunders (Mark Wahlberg), unico personaggio di finzione inserito nella sceneggiatura con lo scopo di rappresentare lo sguardo del pubblico, Boston – Caccia all’uomo è la ricostruzione accurata e fedele degli attimi di terrore e panico, del dolore, dello sgomento, ma soprattutto dell’orgoglio e dell’unità vissuti dalla città di Boston in quelle ore e in quei giorni.
Boston si può considerare a tutti gli effetti un esempio di instant movie. In pochissimo tempo Berg è riuscito a realizzare un lungometraggio che arriva nelle sale solamente tre anni dopo i fatti di Boston. La velocità della produzione però non ha impedito al regista di analizzare nel profondo gli avvenimenti, senza trascurare alcun personaggio della vicenda. L’inchiesta, che coinvolge tutti gli organi degli Stati Uniti, dalla polizia ai servizi segreti, si trasforma rapidamente in una caccia spietata agli attentatori, riproponendo quel ritmo ipercinetico tipico delle pellicole d’azione degli anni Novanta e oggi troppo spesso dimenticato e sostituito da un uso scriteriato della computer grafica. Se Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow voleva proporre degli interrogativi sulla condotta delle forze armate statunitensi, Berg non dimentica la sua provenienza dal cinema d’intrattenimento e indirizza Boston – Caccia all’uomo sui binari del thriller d’azione in cui però i personaggi non sono appiattiti in favore di quella tensione e quel pathos che il genere richiede e che Berg propone. Lo spessore umano dei personaggi è costruito attraverso un forte e tipico patriottismo made in USA, già richiamato dal titolo originale (Patriot’s Day, ricorrenza in cui per tradizione ormai secolare si corre la maratona di Boston), che è presente per tutta la durata del film e che mette in risalto, per l’ennesima volta al cinema, quello spirito a stelle e strisce e quell’amore per la patria che gli Stati Uniti, per tutto il Novecento, hanno voluto esportare nel mondo occidentale contaminando ogni segmento della cultura popolare, dalla musica al cinema.
Il nome della festività, “Patriots’ Day”, giorno che vuole ricordare la battaglia di Lexington del 1775 e l’inizio della guerra di indipendenza americana, diventa con il film di Berg, la celebrazione di quelle povere persone che persero la vita quel 5 aprile del 2013 e l’elogio di tutta la città di Boston che nei giorni seguenti si unì nella ricerca e nella cattura dei criminali, nel nome del senso civico, dell’orgoglio nazionale e dell’amore per la propria bandiera. È una vera e propria celebrazione della città di Boston, sineddoche di un’intera nazione il cui cinema, ancora una volta dopo World Trade Center di Oliver Stone e Sully di Clint Eastwood, si ritrova a celebrare l’uomo comune, eroe del quotidiano capace di servire la propria nazione con il proprio onesto lavoro.
(Boston – Caccia all’uomo, di Peter Berg, 2016, drammatico, 133’)
LA CRITICA - VOTO 7/10
Berg riesce a unire stilemi classici del cinema di puro intrattenimento a espedienti tipici del cinema più impegnato e attento alla cronaca e alla attualità. Boston – Caccia all’uomo è un film che appassiona e fa riflettere.