Cinema
La copia perfetta di un’amicizia
"Domani è un altro giorno" di Simone Spada
di Francesco Vannutelli / 22 febbraio
Se avete visto Truman, fortunato e pluripremiato film spagnolo del 2015 diretto da Cesc Gay, Domani è un altro giorno non vi offrirà niente di nuovo. Siamo di fronte al rifacimento pressoché integrale. Cambiano gli interpreti, ovviamente, e l’ambientazione. Il regista Simone Spada e gli sceneggiatori Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo hanno deciso di mantenere inalterata la struttura e anche buona parte dei dialoghi.
A prendere il posto degli ottimi Ricardo Darín e Javier Cámara sono due tra i migliori attori del cinema italiano, Valerio Mastandrea e Marco Giallini, la marcia in più di questa versione italiana. Il cinema italiano, in evidente crisi di idee, attinge sempre più spesso da film stranieri per fare remake nazionali. Dopo l’enorme successo di Benvenuti al sud nel 2010 (dal francese Giù al nord), solo negli ultimi mesi sono arrivati L’agenzia dei bugiardi (da Alibi.com, sempre francese) e 10 giorni senza mamma (da un film argentino). Spesso la trama viene modificata per adattarla alla nostra realtà. Altre volte, come nel caso di Domani è un altro giorno, i cambi sono quasi inesistenti.
Giuliano (Giallini) è un attore con un cancro in fase terminale. Ha deciso di interrompere le cure e di vivere il tempo che gli resta come viene. Il suo migliore amico Tommaso (Mastandrea), che da anni vive in Canada, torna a Roma per quattro giorni. I due dovranno trovare il modo per dirsi addio e garantire il futuro migliore al cane di Giuliano, Pato.
Rispetto al modello spagnolo, in Domani è un altro giorno il cane ha un ruolo minore. Truman, da cui il titolo, era quasi un terzo protagonista. Spada e gli sceneggiatori hanno deciso di sfumarne la presenza concentrandosi sul rapporto umano.
Per il resto, tra Truman e Domani è un altro giorno non ci sono differenze particolari. Entrambi i film riescono a parlare di un argomento delicato come la malattia senza il timore di concedere sorrisi. Entrambi celebrano la vita e l’unione, più che concentrarsi sulla separazione e il dolore. Le scene principali sono le stesse, e pur passando da Madrid a Roma, l’atmosfera è praticamente immutata. Cambiano giusto i dettagli.
Simone Spada ha deciso di andare sul sicuro. Il suo esordio alla regia, Hotel Gagarin, partiva da un’idea interessante ma si perdeva in fretta. Per il suo secondo film si è affidato a un copione già testato con l’aiuto di da due sceneggiatori navigati come Vendruscolo e Ciarrapico (due terzi di Boris, e registi di Ogni maledetto Natale, tra le altre cose).
L’affiatamento tra i due protagonisti fa la differenza. Amici nella vita, compagni di set da più di vent’anni, Mastandrea e Giallini lasciano che sia la loro intesa personale a dettare il ritmo del film. Iniziano con il piede sul freno, come due vecchi amici che non si vedono da molto tempo. Si sciolgono col passare dei minuti (dei giorni nel film), con una complicità autentica e profonda.
Senza conoscere il film originale, Domani è un altro giorno colpisce senza dubbio il centro del bersaglio. È un film equilibrato, pacato, spinto da due attori straordinari. I distributori italiani puntano forte sullo scarso successo che Truman aveva avuto da noi, ma se conoscete l’originale non vedrete altro che una copia.
Il titolo italiano è ripreso dalla canzone “Domani è un altro giorno”, già comparsa cantata da Ornella Vanoni in una scena chiave di La prima notte di quiete di Valerio Zurlini (1972). In questo film la reinterpreta Noemi sui titoli di coda.
(Domani è un altro giorno, di Simone Spada, commedia, 2019, 110’)
LA CRITICA - VOTO 6,5/10
Una grande coppia di interpreti per la copia italiana di un bel film. Domani è un altro giorno replica integralmente il modello del film spagnolo Truman. A parte gli attori, i pregi vengono tutti da lì.