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“Un giorno tutto questo sarà tuo” di Davide Iodice
di Francesco Bove / 13 giugno
L’ultimo lavoro di Davide Iodice è un capolavoro di umanità, un’esperienza teatrale che parte da un laboratorio, condotto dallo stesso regista, basato sul confronto genitori-figli e termina con una messa in scena potente e visionaria, che racconta i nostri tempi con sensibilità e intelligenza.
Iodice parte da una grande riflessione: i nostri genitori, nonostante tante difficoltà – il dopoguerra, gli anni di piombo, le lotte per i diritti – sono riusciti a lasciarci qualcosa di concreto. Oggi, che viviamo tempi non meno bui, siamo in grado di consegnare ai nostri figli gli stessi valori con la stessa tenacia?
Allora Iodice sceglie la soluzione per immagini, d’impatto, sicura perché gli ha consentito di sfruttare a pieno il suo talento visivo. Una macchina da scrivere posta su di un tavolo, che separa Alessandra da suo padre, è un mezzo per comunicare il dolore di una figlia che non si sente capita e la rabbia del padre che nutriva ben altre aspettative.
Non c’è, però, solo conflitto in questi rapporti ma anche affiatamento. Tania aspetta una bimba, la madre ha conservato in una valigia delle bambole di legno da lei costruite per raccontare alla figlia le storie della sua giovinezza. Le tramanda un’eredità importante, un punto di riferimento da cui partire sempre. La figlia accoglie questo dono con un abbraccio perché comprende il significato del gesto della mamma. Ilenya, invece, si confronta con suo padre Paolo, con il suo passato in fabbrica, le conquiste ottenute come, ad esempio, il mezzo litro di latte a fine turno per espellere le tossine fino a quelle più grandi come la scala mobile. Genitori e figli scelgono un terreno condiviso per dialogare. Il teatro, quindi, è solo un mezzo per presentare un lavoro più ampio, autentico, entusiasmante, che non ha momenti di caduta, nonostante qualche ingenuità di fondo. Chi vi scrive si è trovato travolto da un turbine di emozioni, come non accadeva da tempo. Se si gioca coi piani di lettura, per un regista o un attore anche il teatro è un padre e il rapporto con esso non è sempre semplice e lineare. È fondamentale, quindi, avere memoria, non dimenticarsi del passato e aspettare con determinazione e pazienza il futuro, cercando di influire su di esso se necessario.
Allora il titolo, Un giorno tutto questo sarà tuo, è una dichiarazione d’intenti sin dall’inizio. Iodice è ottimista, crede ancora nell’Uomo, nella Vita, nonostante tutto. Ripensarsi, sempre. Qui sta il segreto. Intrecciare i fili della memoria per creare una rete condivisa.
Un giorno tutto questo sarà tuo
drammaturgia e regia di Davide Iodice
con Ilenya Caleo e suo padre Paolo, Davide Compagnone e sua madre Anna, Alessandra Fabbri e suo padre Alessandro, Tania Garribba e sua madre Luisa, Stefano Miglio e suo padre Giuseppe e con Mattia Castelli
Andato in scena presso il Teatro San Ferdinando di Napoli l’8 giugno 2012 nell’ambito del Napoli Teatro Festival.