Libri
“Romanticidio”: a tu per tu con Carolina Cutolo
di Antonella Finucci / 25 giugno
Un libro che si lascia divorare, che ti conquista con la sua freschezza da serata estiva senza pensieri e poi, come la brezza dell’estate, ti porta alla mente pensieri più profondi. Intervistiamo Carolina Cutolo, giovane e brillante autrice di Romanticidio.
Buongiorno Carolina e grazie per l’intervista. Partiamo dall’inizio: il titolo. Un titolo secco e diretto, che esprime il nodo di tutta la storia e che dunque è il punto di partenza, ma, soprattutto, il punto di arrivo. Perché occorre compiere questo Romanticidio?
Perché le favolette romantiche che ci raccontiamo distorcono la visione della realtà. Non ci sarebbe nessun problema se riuscissimo a separare le due dimensioni, il problema nasce quando incontriamo qualcuno che ci attrae e cominciamo senza accorgercene a farci film mentali romantici su questa persona, perdendo di vista il presente, e proiettando sulla realtà le nostre fantasie, per farla assomigliare ai nostri sogni invece di vederla per quello che è. Quindi il romanticidio non è contro l’amore, ma contro le costruzioni mentali sull’amore, contro la tendenza nefasta a vedere le cose migliori di quello che sono, a raccontarcele in modo romanzato, perdendo di vista l’autenticità della persona che abbiamo di fronte e del momento che stiamo vivendo. A morte dunque questo tipo di romanticismo malato. A morte i surrogati.
Come hai costruito la figura di Marzia? C’è qualcosa di autobiografico in questa ragazzina così ribelle e insieme così sensibile?
Il personaggio di Marzia si è sviluppato un po’ per volta, più andavo avanti a scrivere e più prendeva forma, poi quando ho finito la prima stesura del romanzo, che avevo in mente più chiaramente come volevo che fosse, ho ricominciato dall’inizio limando le parti superflue, ed eccola qua. Certo che in Marzia c’è qualcosa di me, da una parte l’intolleranza verso ipocrisie e pantomime di ruolo (intolleranza che però ho caricato molto in lei per rendere il personaggio più incisivo) dall’altra il sentimento, l’emozione che cerchi di combattere ma che rispunta invincibile e indomita, con conseguenze spesso anche molto buffe. Diciamo che Marzia rappresenta il mio barcamenarmi ogni giorno tra la necessità di ragionare e agire con cognizione di causa, e il desiderio di lasciarmi andare invece alla potenza delle emozioni più istintive e autentiche.
Il tuo modo di scrivere è piacevolissimo, coinvolgente e ironico. Un mix vincente. Quanto ha inciso tutto ciò sul successo del libro?
Non credo che si possa già parlare di “successo”, il romanzo è uscito solo da un mese. Certo le prime reazioni sono molto entusiaste e io naturalmente ne sono lieta. Ho cercato di scrivere una storia divertente e ben costruita, in cui tutto converge verso un finale in cui tutti i nodi vengono sciolti. Scrivo pensando molto al lettore, quindi se il lettore finisce il libro soddisfatto e divertito, ecco, ho raggiunto il mio scopo, e sono felice.
Veniamo alla tua idea originalissima dei cocktail personalità: come ti è venuta in mente? E, soprattutto, tu che cocktail sei?
L’idea mi è venuta in mente solo alla seconda stesura. Avevo fatto della protagonista una barman, quindi ho pensato di presentare i personaggi principali della storia associandoli a un cocktail ben preciso, e motivando la scelta: mi è sembrato subito un espediente narrativo insolito ed efficace per raccontarli. Sono contenta del risultato, mi sembra divertente e funzionale a tutta la storia. Se devo scegliere un cocktail per me è lo stesso di Marzia, la protagonista, e cioè il Bloody Mary: succo di pomodoro condito misto a vodka.
Progetti per il futuro?
Ricominciare a cantare e scrivere canzoni non mi dispiacerebbe, e poi, chissà, magari un altro romanzo, ci sto prendendo gusto.
Carolina, ti va di consigliare un libro di un autore contemporaneo ai nostri lettori?
Ultimamente ho letto e adorato Satanisti perbene, di Susanna Raule, un giallo gotico ma molto ironico, divertentissimo, in cui l’ispettore è un ex infiltrato in una setta satanica che è rimasto un po’ troppo condizionato dall’esperienza, con risultati decisamente esilaranti.
Ancora grazie mille a Carolina Cutolo per la sua disponibilità. Ti auguro buona fortuna, per tutto.
Grazie e buona fortuna a voi!
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