Musica
“Banana Confused” di Patrizio Maria
di Tommaso Di Felice / 29 luglio
Patrizio Maria si definisce così: «Sono un cantautore indie-rock con la voce da collegiale francese del ’700, sempre girato sul doppio lato di me stesso».
La carriera dell’artista inizia a metà degli anni ’90, collaborando con Paola Turci e aprendo i concerti di De Gregori, partecipando poi a concorsi musicali in ogni angolo d’Italia, alternando perfettamente il ruolo di cantautore a quello di chitarrista e compositore. Tra il 2007 e il 2010 escono i primi singoli, “Io c’ho l’ansia”, “Killer” e “Sociopatica”; è qui che grazie a concerti, video musicali e passaggi radiofonici comincia a conquistare una fetta importante di pubblico.India londinese vende più di 5000 copie e nel maggio del 2012 esce il nuovo album, Banana Confused . «Il disco – dice Patrizio Maria – è un piccolo diario dove ho descritto le mie passioni, i miei amori, dolori, colori, pensieri ed esperienze. Sono felice di aver tirato fuori quello che avevo dentro con sincerità e passione. Èun grande zoo con le gabbie aperte». Il lavoro, registrato tra Londra e Roma, è un mix esplosivo di generi musicali, suoni e vita vissuta: rock, britpop, folk e qualche pizzico di elettronica, mentre i testi sono solo in apparenza semplici e poco ricercati.
La canzone più eclettica sembra proprio essere “Legalizziamo i mirtilli”, titolo assurdo e proprio per questo molto originale, un po’ dance anni ’80 un po’ Cristina D’avena. La caratteristica di Patrizio Maria, oltre all’essere un ottimo conoscitore della musica, è questo essere dissacrante, diviso tra la realtà di tutti i giorni e un mondo immaginario che tante volte è meno surreale del nostro quotidiano. L’amore per Londra e il legame con la terra d’Albione è palese in “Carnaby Street”, brano fresco e frizzante: il pianoforte apre il pezzo, lasciando poi spazio a un testo fatto di elefanti, indiani e marshmallow, tra ironia e critica. “Il tè dell’Inghilterra” sembra una ballata celtica; di sicuro è la canzone più romantica e affascinante per parole e musica, tra flauti, chitarra e un viaggio esistenziale:
«Il tè dell’Inghilterra è come un lungo viaggio, ti scalda le parole in questo pomeriggio, dove il sole si è fermato intorno a un cucchiaino…», fino ad arrivare al «ma chi è quello là? ma chi siamo noi?».
Decisamente più rock è il brano “Scimmia”, dove si alternano metafore e rabbia alla solita ironia, con questa scimmia nella testa che protesta e fa casino, tutti ce l’abbiamo. Molto diversa dal resto dell’album è invece “Scatole cinesi”: chitarra e batteria guidano Patrizio tra parole profonde e dense di amarezza, narrando la storia di un amore senza certezze né risposte. Celebrazione dell’amore è invece “Cuore commestibile”, semplice, fresca e molto estiva, il lato più zuccherino/zuccheroso delle coppiette, tra muffin, frutti di bosco e pioggia.
Banana Confused è un album fatto di strofe che a tratti sembrano essere poesia, nonostante quest’aria leggera e spensierata che si respira. Dopo aver ascoltato per tre/quattro volte una canzone, si comincia a percepire che dietro questa atmosfera da paese dei balocchi, fatta di mille caramelle e metafore, c’è sostanza e riflessione, in perfetta sinergia con l’uso della metafora. Non sempre risulta facile da capire il vero significato e forse, in alcuni casi, è proprio quello che Patrizio Maria cercava: lasciare una libera interpretazione a chi ascolta, in modo che ognuno possa immedesimarsi in quei giochi di parole. Eclettico.