Libri
:duepunti edizioni: un libro, una biblioteca
di Cristiana Saporito / 7 novembre
La punteggiatura è importante quanto quello che separa. Detta pause, solennizza, disegna degli angoli in cui le parole si sentono comode, contornate da pareti che conoscono.
I due punti, ad esempio, servono a tracciare una distanza, a prendere fiato per riporlo in quello scarto. Costruiscono un’attesa, lo spazio stringato di un desiderio, perché quello che spunterà subito dopo merita ancora più attenzione.
È il progetto di una riga, che si pettina al meglio per essere letta. Per battezzare un discorso.
In questo caso :duepunti è anche il nome di una casa editrice, fondata a Palermo nel giugno 2004 per iniziativa di Andrea Libero Carbone, Giuseppe Schifani e Roberto Speziale. La loro storia si affaccia nel ’96, prima come rivista (4 numeri, distribuiti nell’ambiente universitario underground), poi con l’omonima associazione culturale e prosegue con la realizzazione di eventi letterari, happening, e sperimentazioni sul web con il sito www.duepunti.org. È comunque una storia semplice, nata attorno a un tavolo.
Un tavolo di amici che hanno scelto di «creare, scambiare, condividere suggestioni, frammenti, scritti in un gioco costante di rinvii e rilanci», come sostengono loro stessi.
E intorno a un tavolo ci si mette in discussione, si confrontano visioni e prospettive, si cerca una forma in cui riconoscersi. Come suggerisce l’immagine assurta a motivo ispiratore del gruppo, quella creata da Egon Schiele in occasione della quarantanovesima mostra della Secessione Viennese. Una manciata di uomini seduti intorno a un’idea. L’idea è quella di realizzare «un catalogo simile a una grande biblioteca personale di libri anomali», perché ogni libro è un mondo a parte, una proposta di senso non replicabile, un’intersezione di coordinate uniche che esiste per dialogare. Con i lettori, con altri testi. Per rinnovare il circuito ed esplorarlo ancora. Per scoprire quartieri di titoli e punti di vista. Per formulare la propria indipendenza. Compito dell’editore è selezionare criticamente, individuare con cura autori e tracce, ampliare quel tavolo iniziale e trasformarlo in un laboratorio. E il logo scelto racconta il mestiere: un pesce radiografato che rievoca e omaggia il delfino simbolo della casa editrice di Aldo Manuzio.
La casa editrice :duepunti decide quindi di specializzarsi in opere di narrativa e saggistica di scrittori poco noti sul mercato, ma annovera anche titoli meno conosciuti di autori di rilievo come Roberto Alajmo, Emma Dante, Jean- Marie Gustave Le Clézio, Giuseppe Genna, Patrick Ourednik e Boris Vian.
Il catalogo, che ha raggiunto gli ottanta titoli e che quest’anno consta di diciassette nuove uscite, si compone di otto collane:
Terrain vague, la collana principale improntata sul principio dell’elemento unificante, dell’influenza che ogni testo esercita sul proprio vicino. Perché ogni libro respira anche la linfa di quello che gli sta accanto; Zoo. Scritture animali, diretta da Giorgio Vasta e Dario Voltolini, che impiega la forma del racconto per proporre autori della narrativa italiana contemporanea, come Fulvio Abbate, Vanni Santoni, Davide Enia e Nicola Lagioia; Argonauti, imperniata sulla cultura visuale, sulla creazione ed evoluzione delle immagini; Cronografie, che include saggi riguardanti tematiche sociali, politiche ed economiche; Posizioni, incentrata sulla critica letteraria e coordinata da un folto numero di firme, tra cui Andrea Cortellessa e Domenico Scarpa; Dossier, collana di italianistica; Punti di fuga, costola editoriale dedicata alle graphic novel; Ex libris, che mira a rivalutare testi datati o dimenticati.
:duepunti si concentra molto anche sulla letteratura straniera, traducendo dall’inglese, dal francese, dal tedesco, dal ceco, dal bulgaro e dal giapponese.
All’interno del sito internet duepuntiedizioni.it, spicca soprattutto hypercorpus, piattaforma digitale inaugurata nel marzo di quest’anno, che fornisce una vasta riflessione sull’universo editoriale, replicando alle sfide che la tecnologia rivolge ogni giorno a qualsiasi punto della filiera. Da chi legge a chi emette.
Perché un libro è comunque un’avventura, resta se stesso al di là della carta, dell’eterno fascino gutenberghiano che ci lascia tra le mani. Anche smaterializzato, liquefatto, divenuto un paesaggio d’inchiostro elettronico, rimane pur sempre un patrimonio condivisibile, soggetto a passaggi e mutazioni.
E hypercorpus serve proprio a questo, a lanciare una scommessa a ciascun attore sulla scena, a declinare la cultura come esperienza eclettica, in costante trasformazione.
Ora siamo noi a scrivere i due punti, a interporre una finestra in cui affacciare i titoli per noi più rappresentativ, anche in questo caso senza indicare alcuna gerarchia:
Il verbale, di Jean-Marie G. Le Clézio, scritto nel 1963 e riproposto nel 2005 e nel 2008 dalla casa editrice siciliana. La vicenda di Adam Pollo, antieroe d’eccellenza e disertore mentale, che fugge da un mondo preconfezionato e inutile, ritirandosi in una villa disabitata della Costa Azzurra dove sopravvive diventando un occhio, con cui registrare i dettagli dell’apocalisse a cui assiste di continuo. Ideando un codice frenetico e sconnesso con cui ritrarre ciò che accade.
Europeana, di Patrick Ourednik, storia senza virgole del XX secolo in cui dati, incidenti e slogan vorticano come fantasmi sul continente europeo seminando il sospetto che tutto il Novecento sia stato un inganno.
Scritti Patafisici, di Alfred Jarry, raccolta straordinaria di soluzioni immaginarie, antologia di testi difficilmente reperibili che hanno mosso e alimentato scrittori come Queneau, Vian e Pennac.
Noi abbiamo scritto i due punti, ora spetta a voi stabilire come proseguirà il discorso, come s’intitolerà il vostro prossimo viaggio a bordo di questa casa editrice.
Per ulteriori informazioni:
http://www.duepuntiedizioni.it/