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Libri

“Nostalgia” di Mircea Cărtărescu

di Francesco Leonelli / 2 dicembre

Occorre premettere da subito che è impossibile trovare in Mircea Cărtărescu, autore dei cinque racconti che compongono il volume Nostalgia, quel che si dice uno scrittore tradizionale. Ciò dipende, a parere di chi scrive, dalla difficoltà a reperire una vera e propria struttura narrativa in una qualsiasi delle sue trame. È poi la parola giusta da usare, trama, parlando di questo libro? Essa rimanda al fitto intrico di fili di cui è composto un tessuto, che non a caso era il termine utilizzato dai latini per designare un testo. Osservandola sotto questo aspetto, l’opera di Cărtărescu è inconsistente perché i suoi racconti non hanno un intreccio, né veri e propri protagonisti.

Sguarnito sul fronte dell’affabulazione, Cărtărescu ha senza dubbio altre qualità. Di fatto, la forza della sua scrittura è proprio in quella rinuncia alla «unidimensionalità del fattuale» che lo scrittore Gregor von Rezzori individuava come caratteristica precipua del popolo romeno (a cui Cărtărescu appartiene): il rifugio nel nonsenso o, se si vuole, nel surreale è la sola fonte di certezze per una nazione mutevole come lo sono i suoi confini geografici e le etnie che la compongono.
Proprio la visionarietà è fra le doti maggiori di questo scrittore che attinge a piene mani a Kafka e García Márquez e che in ogni racconto non resiste all’impulso (un poco maniacale e in certi casi sadico nei confronti del lettore) di mostrare tutto il repertorio di sogni, incubi, flussi di coscienza entro cui si smarriscono le vite dei personaggi e spesso, volutamente o meno, le redini del racconto.

Unico collante delle cinque storie è la città di Bucarest, grandiosa quinta scenica che fa da sfondo alle esistenze deliranti dei suoi cittadini, svolte per lo più nei sordidi interni dei mastodontici palazzoni dell’era di Ceauşescu.
Un torneo di roulette russa, un bambino con poteri paranormali, un uomo che perde la ragione nel tentativo di cambiare il clacson della sua automobile sono, nel grande esperimento chimico della scrittura di Cărtărescu, le occasioni da cui si innesca la reazione che porta a una instabilità continua dei fatti narrati.
Il racconto L’Architetto, ad esempio,  forse il meglio riuscito, finisce addirittura con un big bang e con il ritorno a uno stato primordiale della materia.

(Mircea Cărtărescu, Nostalgia, Voland, 2012, pp. 432, euro 18)