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Musica

“Unasolamoltitudine” de iLdoNo

di Tommaso Di Felice / 17 gennaio

Non capita tutti i giorni che qualcuno ti dica “toh, ascolta un po’ questo disco” e il disco ti rimanga davvero dentro. Non parlo della sensazione di ascoltare qualcosa di piacevole e fine a se stesso, ma di parole e musica che lasciano un segno. È quello che potrebbe capitarvi ascoltando lalbum a tutto tondo de iL dOnO.

La band di Velletri (Roma) è insieme dal 1999; dopo l’uscita di due LP autoprodotti, nel 2006 incide il suo primo album dal titolo Diversi stati di alterazione, contenente «undici tracce di spietata concretezza, dal forte impatto emotivo, dove la “dipendenza”, quella esistenziale, non trova collocazione tra gli innumerevoli rimedi artificiali di cui è invasa…». Garantiscono loro. Nel 2011, Daniele Cedroni e soci registrano UnAsOLamOLtiTuDiNE, dieci canzoni a cui va aggiunta “Stanza Blu”, brano del 2001 inserito per celebrare il decennale del gruppo. All’interno dell’album spiccano diversi brani, uno di questi è “Memento”, critica attenta nei confronti di un mondo troppo spesso asettico e oppressivo; altra traccia interessante è “Come il vento”, intro lungo e deciso, fatto di tanta chitarra, batteria ed energia esplosiva. Il genere di riferimento è il rock alternativo made in Italy ma non manca l’ormai consueto uso del synth a dare qualcosa in più. Nonostante questo, troviamo anche “Stare fuori” e “Vita propria”, brani lenti ed evocativi, accompagnati dalle calde vibrazioni di una chitarra acustica.

Ci sono gruppi rock che non curano molto l’aspetto del testo di una canzone e si limitano a tirare fuori solo la rabbia e la voglia di “spaccare”, senza provare a dire qualcosa di sensato, qualcosa che resti dentro. iL dOnO invece no. Le parole che usano sembrano rubate a qualche poeta decadente, sono sempre in perfetta sinergia con la musica, mai effimere o messe lì per caso. Le loro critiche alla società non sono campate in aria, ma attente e lucide osservazioni. Proprio per questo, quasi tutti i brani dell’ album non sono facili da decifrare al primo impatto, in quanto le parole usate non sono altro che proiezioni di un insieme di esperienze collettive. È un disco che «tende a emozionare», dal contenuto e dal carattere sorprendente, frutto di un lavoro ricercato.

(Il Dono, UnAsOLamOLtiTuDiNE, 29RECORDS, 2011)