Libri
“I mattoidi italiani” di Paolo Albani
di Matteo Chiavarone / 28 gennaio
Giusto Quodlibet poteva “pensare” questo libro. Il titolo, I mattoidi italiani, nella sua semplicità dice tutto: il libro di Paolo Albani è un’accurata enciclopedia di uomini che hanno due caratteristiche, ed entrambe nella loro accezione positiva e negativa: sono pazzi, appunto, e italiani. Il genio si sa è di casa qua da noi, o almeno così ci hanno insegnato Dante, Leonardo, Borromini e via andando. Erano visionari questi grandi uomini del nostro illustre passato? Certo. Pazzi? Mica tanto. C’è gente che ha fatto e pensato molto di più. Solamente non hanno avuto il successo che meritavano… O che credevano di meritare. L’autore è accurato e puntiglioso. Divide per generi: linguisti, scrittori, pensatori, fisici, scienziati, psicologi, medici, moralisti, sessuologi, architetti, inventori e molti altri. Ce n’è per tutti i gusti. Con tanto di documentazione scritta e apparati iconografici. Però qualcuno a questi gli ha dato – magari solo per periodo breve – pure retta. Nessuno di loro è finito in manicomio.
Chi ha detto in fondo che la terra non gira intorno al sole? E perché non potremmo usare un alfabeto numerico universale? Quando si è deciso che solo le religioni dovevano avere dei comandamenti? L’ateismo perché non deve avere regole? E si sa, in fondo, che se beviamo con una cannuccia l’uovo dal sedere di una gallina acquisiamo forza e fluido vitale. E qui che Albani colpisce appieno e a fondo: di poeti, architetti e filosofi mattoidi ce ne sono stati e ce ne saranno molti, ma le figure trascritte e raccontate – minuziosamente tra l’altro – toccano tutto, o quasi, lo scibile umano.
Mi verrebbe da dire che la follia è ovunque ma sarebbe fin troppo banale. Sicuramente però tante delle nostre scoperte e della nostra conoscenza derivano da gente, al loro tempo, considerata folle. Ha solo avuto un po’ più fortuna della schiera di personaggi messa in campo in questo libro che ricalca – fedelmente nello spirito, non nella forma – le operazioni di Blavier e Raimond Queneau (sulla cui sanità mentale, dopo essermi divorato i suoi Esercizi di stile, avrei molto da ridire), “tentate” in Belgio e in Francia.
Il libro esce in un volume unico (ma chissà perché credo che se ne possano riempire molti altri), nella solita elegantissima veste che caratterizza i testi di questa casa editrice che ci ha abituato a scelte azzardate e, permettetemi, “folli” come questa. Tanto di cappello a loro e all’autore per questo lavoro utilissimo per comprendere realmente chi siamo e da dove veniamo, noi italiani. Un catalogo del disordine, per ordinare ciò che non può essere ordinato: tutto ciò che vive, sopravvive, e spesso muore su quella linea di confine tra i geni veri (pochi) e presunti e tra affabulatori e insani di mente. Insomma tutti i livelli della pazzia: dai visionari ai pazzi da legare.
(Paolo Albani, I mattoidi italiani, Quodlibet, 2012, pp. 339, euro 16)