Flanerí

Libri

“Fratello buono, fratello cattivo” di Matti Rönkä

di Giorgia Lombardo / 16 marzo

Fratello buono, fratello cattivo di Matti Rönkä (Iperborea, 2013) è un noir, di quei noir nordici che abbiamo imparato ad apprezzare nonostante gli scenari e le ambientazioni ci risultino lontani, quasi ostili. La neve, il freddo che congela le mani ma anche il sorriso e un mondo lontanissimo che è pieno di storie che nemmeno pensavamo esistessero.

La prima cosa che colpisce in questo libro è il luogo in cui si svolge tutta la vicenda. La Carelia, luogo diviso storicamente e geograficamente tra Russia e Finlandia. Luogo in cui la seconda guerra mondiale ha portato dolore e sofferenza sottolineando lo spaesamento e la non integrazione delle popolazioni che si dividono tra varie appartenenze ma non appartengono mai a se stesse.

Un fratello buono e uno cattivo che, come nella migliore tradizione poliziesca, spesso scambiano i propri ruoli. Viktor vive a Helsinki dopo aver trascorso un periodo a San Pietroburgo in seguito all’allontanamento dai suoi luoghi d’origine. In Finlandia ritrova la sua identità, anche se si muove sul filo delle varie illegalità che gli gravitano attorno. Finché non arriva in città il fratello, Aleksej (quello buono o quello cattivo?) che da irreprensibile ingegnere scappa dalla madre Russia per sfuggire ai traffici illeciti in cui si era cacciato.

Viktor è un uomo controverso che si divide tra piccole irregolarità e il suo lavoro nel mondo dell’edilizia, che ama una donna lontana, diviso tra l’uomo che era e l’uomo che vuole diventare.

Un personaggio sopra le righe, che ben presto incrocerà il destino del povero Viktor, è poi quello del poliziotto Korhonen che lo assolda per cercare di capire quale sostanza sintetica, arrivata da chissà dove, stia seminando morte tra i russi in Finlandia. Ma non tutti i russi, i russi che vengono da quel luogo di confine, per molto tempo dimenticato, che è la Carelia.

Le nostalgie delle ambientazioni russe che il protagonista ricorda cozzano con la capitale finlandese moderna che sembra essere questo luogo meraviglioso e perfetto in cui tutto funziona ma che nasconde crimini, emarginazioni, droghe e la potentissima mafia russa che si appoggia come un corvo affamato sulle spalle di questa opulenta città.

Una storia piena di colpi di scena e, come nella migliore tradizione giallista, con un finale che lascia basiti. Un noir che per la cura con cui sono raccontati i personaggi e la verosimiglianza di tutto ciò che racconta può appassionare anche chi non è solito approfondire il genere.

In fondo la malavita, a tutte le latitudini, ha delle caratteristiche comuni che chiunque può ritrovare in modi, atteggiamenti e devianze di casa propria. Questo giallo è pieno di neve, boschi e città nordiche ma potrebbe benissimo essere ambientato tra i vicoli di Napoli o nella mala marsigliese.

L’autore, Matti Rönkä, è molto famoso in Finlandia in quanto volto noto della tv, e in questo giallo ha messo anche una parte di sé raccontando al mondo intero le vicissitudini delle divisioni che ha dovuto subire il popolo careliano.

La scrittura è incalzante, avvincente e sembra proprio di ascoltare i dialoghi tra questi personaggi che per le loro peculiarità e stramberie sono davvero reali.

Un bel giallo, un bel noir, ma soprattutto una bella storia da leggere attraverso molte chiavi di lettura. Una storia di famiglia, ma anche la storia di un popolo, la storia di un Paese diviso tra due nazioni, una storia sociale ma anche, sullo sfondo, una storia d’amore.


(Matti Rönkä, Fratello buono, fratello cattivo, trad. di Cira Almenti, Iperborea, pp. 204, euro 14,50)