Varia
“Genesi”, le fotografie di Sebastião Salgado all’Ara Pacis
di Flavia Sorato / 4 giugno
«Ho scoperto che un’enorme parte del pianeta è ancora come il giorno della sua origine».
Sebastião Salgado ha compiuto il suo viaggio nel mondo per riscoprire i luoghi della genesi, quelle parti originali della Terra che mantengono il loro stato primordiale e che conservano una purezza che si contrappone al degrado ambientale causato dall’uomo. Esistono ancora molti angoli incontaminati che riconducono a una condizione di essenzialità totale, a una verità esistenziale che ormai percepiamo lontana e preistorica, relegata solo a un passato ormai estinto.
Genesi. Fotografie di Sebastião Salgado è una mostra, ospitata all’Ara Pacis di Roma fino al 15 Settembre 2013, che riporta agli albori attuali un mondo ancora incorrotto. L’esposizione si suddivide in cinque sezioni che corrispondono a grandi aree continentali: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, L’Africa, Il grande Nord, L’Amazzonia e Il Pantanàl (la pianura alluvionale del centro del Sudamerica, la più grande zona umida esistente). Salgado ha trascorso gli ultimi otto anni a percorrere il mondo alla ricerca di questi luoghi puri, raccogliendo scatti di una bellezza magica: Genesi, curata da Lélia Wanick Salgado, moglie e compagna di viaggio dell’artista, ospita più di 200 fotografie in bianco e nero, di grande formato, che ripropongono le tappe di un itinerario che va dal sud del mondo ai luoghi gelidi dell’Alaska e della Siberia, dall’Africa all’Amazzonia. Tutto è pervaso da un senso mistico e spirituale: le distese, le popolazioni e gli animali raffigurati trasportano l’osservatore in un’altra dimensione, che non sembra nemmeno essere di questo pianeta, per quanto risulta sconosciuta e lontana.
Il fotografo non è nuovo a questi lunghi viaggi da cui derivano reportage di una limpidezza rara: si ricorda per esempio “Other Americans” e “La mano dell’uomo”, grande ritratto dei lavoratori di tutto il mondo. Tuttavia, quest’ultima avventura lo ha condotto in luoghi dove sembra impossibile addentrarsi, a stretto contatto con la natura: tutto è iniziato dall’incontro incredibile con una gigantesca tartaruga delle Galapagos. È stato in quel momento che ha compreso l’importanza di fotografare gli animali, per capire davvero le proprie origini di essere umano, animale esso stesso. Questo scatto è esemplare, indica il contatto con la vita animale colto in un particolare: l’occhio della tartaruga che osserva il fotografo mentre questo incuriosito gli si avvicina.
Il senso di rispetto che emerge da questo scatto è ciò che contraddistingue il legame tra uomo e natura e che caratterizza la vita di alcune popolazioni del pianeta: Salgado fotografa i Nenets, abitanti del nord della Siberia, e attraverso loro scopre il senso dell’essenzialità: tutto quello che possiedono corrisponde al minimo, conta sopravvivere dedicandosi alle cose fondamentali, come la cura dei figli e l’essere felici. Questa felicità la si può raggiungere con poco e va difesa.
Genesi è un tributo, un ritratto della Terra fatto in suo onore, ma è anche un monito su quello che va salvaguardato e protetto. Tra paesaggi sublimi e una fauna variegata ci si perde camminando tra i vari spazi della mostra, ricca ed elegante. Ci si ferma a contemplare un iceberg millenario, che tanto appare fantastico nella sua forma da sembrare opera di un architetto, passando al Grand Canyon, alle foreste amazzoniche, al Mato Grosso, per seguire poi elefanti, giaguari, pinguini e iguane. Un lavoro immenso e illuminante con cui Salgado intende «testimoniare com’era la natura senza uomini e donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi definiamo equilibrio ambientale».
GENESI. Fotografie di Sebastião Salgado
Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta
15 maggio – 15 settembre 2013
Per ulteriori informazioni visitare il sito www.arapacis.it