Flanerí

Varia

La scuola della serie è finita: i promossi secondo Flanerí

di Mirko Braia / 17 luglio

Come vi avevamo promesso la scorsa settimana, prima della pausa estiva oltre ai nostri saluti vi lasciamo anche la lista degli show più appassionanti ed emozionanti di questa stagione. Preparatevi a prendere appunti e approfittate dell’estate per recuperare quanto avete perso.

Anche in un anno relativamente deludente, in cui soprattutto gli USA non hanno tirato fuori nuovi conigli dal cilindro, c’è chi ci ha fatto sobbalzare dalle sedie e ci ha tenuto attaccati allo schermo. Salta all’occhio comunque la supremazia inglese con tre serie su cinque tra le nostre scelte (nonostante l’assenza di un colosso come Breaking Bad, fuori concorso in attesa degli ultimissimi episodi).

Rimane solo da ricordare l’appuntamento a settembre per il grande ritorno autunnale. E adesso la parola alle serie:

Black Mirror

Il capolavoro di Charlie Brooker. Un fulmine a ciel sereno la prima stagione, una gustosa conferma la seconda. A tratti sconvolgente “White Bear”, vicino a noi italiani fino a diventare inquietante “Vota Waldo”. Un episodio più emozionante dell’altro per ricordarci le possibilità ma anche i limiti e rischi della tecnologia e della sfrenata corsa al progresso. Siamo sicuri che nessuno sia perfetto?

Sherlock

Poteva l’eroe di Conan Doyle dire qualcosa di nuovo alle soglie del Terzo Millennio?
La risposta è si, e la serie ce lo dimostra calando il personaggio nella più torva e complessa contemporaneità, attualizzando mirabilmente gli aspetti del consulente aiutante della polizia. Se la prima stagione ha attirato anche i più scettici – con un target dal taglio complesso ed elevato – la seconda è un trionfo di emotività e pathos. Lo sconcertante e indimenticabile finale di stagione vale la promozione. Con voti altissimi.

Perception

Con Perception si fa la conoscenza di un nuovo eroe del piccolo schermo: Daniel Pierce, stimato e innovativo professore universitario, affetto però da schizofrenia paranoide. Insomma, metà genio e metà pazzo, interpretato mirabilmente da Eric McCormack di Will & Grace. La prima stagione mescolano conta dieci puntate in cui si mescolano gradevolmente poliziesco, dramma e commedia. Ma sono il carisma e la complessità del protagonista a fare la differenza. E tanto basta per metterla tranquillamente tra i promossi.

Utopia

La più grande novità del 2013. Un capolavoro inatteso figlio di una realizzazione a regola d’arte, di un’idea di base particolarmente efficace e di una gamma di personaggi impossibili da dimenticare. Un colpo di scena dietro l’altro segna tutti i sei episodi tra cittadini qualunque trasformati in improbabili protagonisti, un graphic novel portatore di rivelazioni scioccanti, complotti e organizzazioni segrete. Dissacrante, violenta e politically uncorrect vince a mani basse il premio come migliore serie esordiente.

Les Revenants

L’outsider arriva dalla Francia. L’unica serie non anglofona meritevole di un posto nell’Olimpo di questa stagione è la novità di Fabrice Gobert. Osannata in patria, ancora non si è presentata al resto d’Europa. Azzardati paragoni con un mostro sacro come Twin Peaks, misteriose resurrezioni in un paesino quasi isolato dal mondo, un occhiolino strizzato agli zombie e uno ai fantasmi. Nelle orecchie ancora la splendida colonna sonora dei Mogwai. Una bacchettata sulle mani, leggera lo promettiamo, per un finale poco incisivo che chiede risposte nella seconda stagione. Errori di gioventù.

Articolo scritto in collaborazione con Alessio Belli.